Per il presidente della Bce "il livello medio del debito nell’Eurozona è ancora molto alto, a circa il 90% del Pil: gli sforzi di consolidamento devono proseguire nei prossimi anni" e la disoccupazione preoccupa
“I rischi sistemici sono calati a livelli precedenti al 2011, ma la ripresa è solo in una fase iniziale. L’economia resta fragile. E la disoccupazione è ancora troppo alta”. Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi che a una settimana dalle elezioni tedesche ha parlato dell’Eurozona a Berlino. “La situazione oggi sta migliorando. Il costo del denaro è ritornato, per i governi, a livelli più sostenibili. Il rifinanziamento delle banche in Paesi sotto stress è migliorato significativamente, ma ancora non riflette i costi del credito”, ha precisato sottolineando che “il livello medio del debito nell’Eurozona è ancora molto alto, a circa il 90% del Pil: gli sforzi di consolidamento devono proseguire nei prossimi anni”.
“Stabilizzare la zona euro e rafforzarla con politiche economiche sostenibili degli Stati membri, aumentando la competitività delle nostre economie e completando l’architettura istituzionale dell’Unione economica e monetaria“, è quindi il suo input. Nel frattempo “i tassi di interesse di riferimento rimarranno su livelli attuali o inferiori per un prolungato periodo di tempo” e, di conseguenza, l’orientamento di politica monetaria della Bce resterà accomodante finchè necessario.
“La chiave è perseverare sulla strada delle riforme e di prendere ispirazione dagli altri che ci stanno riuscendo”, ha poi aggiunto ricordando ai tedeschi che “all’interno dell’area euro beneficiamo tutti dalla prosperità altrui”. E ha poi precisato “non vedo la competitività come una gara tra i paesi dell’area euro con vincitori e vinti. E ci sono già alcuni segnali incoraggianti di un riequilibrio dell’area euro in termini di costi della competitività”.