Le due bande, i "Bolobene" e i "Bolofeccia", si sono scontrate ai Giardini Margherita nella tarda serata di venerdì 13 settembre e sono stati coinvolti oltre 250 giovani tra i 14 e i 18 anni. Due le inchieste aperte dalla Procura sull'episodio
A due giorni dalla maxi rissa tra più di 250 adolescenti nel parcheggio dei giardini Margherita a Bologna, la Procura apre due inchieste: una con un fascicolo al momento contro ignoti, dove si ipotizzano i reati di rissa aggravata e istigazione a delinquere; l’altra aperta dalla Procura dei minori alla quale è già pervenuta una prima informativa dei carabinieri. Gli inquirenti hanno la certezza che nello scontro di venerdì 13 settembre tra le due fazioni di ‘Bolobene’ e ‘Bolofeccia’ abbiano partecipato anche alcuni maggiorenni e sono convinti che tra questi vi siano i leader della “rivolta”, nonché gli eventuali istigatori del meeting a suon di pugni e calci nato sul social network Ask. Si tratta di due gruppi di adolescenti, composti principalmente da ragazzini minorenni delle scuole superiori, nati sul web e che ripropongono la più tradizionale divisione di censo e culturale di ogni città postindustriale: i primi, alunni di scuole pubbliche e/o private prestigiose, sono abituati a trovarsi tutti i pomeriggi ai Giardini Margherita nella parte alta, vicino al circolo del Tennis; mentre i secondi, alunni di istituti tecnici e professionali, nello Chalet dei Giardini, il locale più in basso.
Secondo fonti investigative sabato notte ai piedi dei colli bolognesi e pochi metri dalle più belle ville della città erano presenti anche numerose ragazzine. “Un episodio demenziale, ma molto triste, da non sottovalutare assolutamente”, ha spiegato il procuratore aggiunto Valter Giovannini, “anche perché si è corso il serio rischio di distrarre personale delle forze dell’ordine impegnato in indagini più serie. In ogni caso le istituzioni non possono essere dappertutto e quindi i genitori facciano, e in fretta, la loro parte”.
A Giovannini si è aggiunta la voce del procuratore capo Ugo Pastore: “Per quanto riguarda la Procura dei minori, al di là dei profili penali l’aspetto più importante è capire se alle spalle dei ragazzi ci sono famiglie idonee oppure se ci sono carenze, latitanze educative. Insomma bisognerà capire come si è arrivati a questo punto”.
“Il tema della sicurezza del parco è ora che sia preso sul serio”, ha scritto su Facebook la presidente del quartiere Sante Stefano, Ilaria Giorgetti (Pdl): “Personalmente provo, sia da genitore che da istituzione, un profondo senso di amarezza dovuto al grande disagio giovanile figlio di una società nichilista. E’ ora che le famiglie si interroghino, le istituzioni e la scuola ascoltino e facciano. Credo che tutti questi soggetti insieme, e dialogando sul serio, possano almeno provare a educare alla responsabilità le giovani generazioni”.
Preoccupato anche il sindaco Merola: “Siamo in contatto con la Procura e vediamo anche dal punto di vista della prevenzione cosa riusciamo a fare. Il parco è sicuro, su questo tema ci lavoriamo da tempo, ma qui c’è un salto diverso. Bisogna vedere in città cosa sta succedendo nel mondo dell’adolescenza, assieme alle famiglie”.