A Porta a porta, il ministro dell'Interno (e avvocato) prende per buono il documento che chiede l'annullamento della sentenza di Cassazione sul processo diritti tv. E annuncia possibili ricorsi di Fininvest contro un'altra sentenza definitiva, quella sul Lodo Mondadori. Sulla decadenza avverte il Pd: "Non ci metta di fronte a un bivio drammatico". E i possibili dissidenti interni? "Chi non segue la linea è fuori"
Persino il ministro dell’Interno Angelino Alfano – che per di più fa l’avvocato – mostra di prendere per buono il ricorso-farsa presentato in Cassazione (e in giunta per le elezioni al Senato per bloccarne i lavori) da due “cittadini-elettori” coordinati da Micaela Biancofiore, per chiedere l’annullamento della condanna definitiva di Silvio Berlusconi al processo diritti Mediaset. “E’ la prova che il caso Berlusconi non è chiuso”, afferma Alfano a Porta a porta, che il Cavaliere “ha ancora spazi, strumenti e luoghi giuridici” per difendersi. Il vicepremier e segretario del Pdl difende a tutto campo Silvio Berlusconi sul fronte delle sue disavventure giudiziarie. Compresa la sentenza definitiva sul risarcimento da oltre mezzo miliardo di euro alla Cir per il Lodo Mondadori. “Io penso che l’azienda ricorrerà alle più alte sedi, anche internazionali”, ha annunciato. “Si vuole andare a colpire Berlusconi in misura enorme e questo è la conferma di tutto ciò che Berlusconi dice da anni e cioè che vi è un attacco al Berlusconi politico, al Berlusconi cittadino e anche alla carriere imprenditoriale”.
“Domani, dopo il voto della giunta per le elezioni del Senato sulla decadenza, i ministri del Pdl andranno da Berlusconi che intanto sarà rientrato a Roma e decideremo sul da farsi”, ha continuato il vicepremier. “L’incontro avverrà subito dopo la decisione della giunta in serata o al massimo dopodomani”. La giunta è chiamata a votare sulla relazione del senatore pidiellino Andrea Augello, che accoglie le istanze della difesa di Berlusconi, in particolare sulla presunta incostituzionalità della legge Severino. I numeri in giunta dicono che sarà bocciata, da qui la minaccia di reazione politica del Pdl. Il barometro del governo è “tra il variabile e pioggia…”, è il pronostico del segretario Pdl. Sono “le scelte del Pd” sulla decadenza di Berlusconi che “ci mettono in enorme imbarazzo”, ha chiarito. “E’ inspiegabile che si stia correndo a rotta di collo. Speriamo ardentemente che il Pd nonci metta di fronte a un bivio drammatico”.
Ma “se la decisione che sarà presa sarà quella del sostegno al governo, sarà stabile”, ha precisato. “Se la linea sarà questa, sarà fortemente ispirata da Berlusconi. Sarà l’ufficio di presidenza”, guidato dal Cavaliere, “ad annunciare la linea sulla tenuta del governo”.
A proposito di possibili fratture nel Pdl in caso di crisi nel governo Letta, prima di entrare nello studio di Bruno Vespa Alfano era stato netto, con un implicito riferimento al fuorionda del sottosegretario pidiellino Castiglione su una possibile “fronda”, carpito da Piazza pulita. “La linea la stabilisce il presidente Berlusconi e il partito. Chi non segue la linea è fuori. La lealtà del gruppo degli eletti siciliani sarà completa, come sempre”. Il segretario del Pdl assicura comunque che Enrico Letta non sta lavorando “a maggioranze alternative, che sarebbero solo raccogliticce e di estrema sinistra”.
Alfano ha anche affrontato il tema dell’accumulo di incarichi che lo caratterizza: vicepremier, di ministro dell’Interno e di segretario del Pdl. “Io non sono un collezionista. E’ una decisione che valuterà il mio partito insieme, in primis, al presidente Berlusconi”. E nella ri-nascitura Forza Italia che ruolo avrà? “In questo momento è l’ultimo dei miei problemi. Non mi sono mai occupato delle poltrone…”.