La senatrice Lezzi denuncia il nuovo regalo alla Fondazione presieduta da Giovanna Melandri all'interno del decreto già approvato in commissione a Palazzo Madama e ora all'esame dell'Aula. L'emendamento in questione, tra l'altro, è stato presentato da Riccardo Villari del Pdl in commissione Bilancio. Altro punto contestato: la scelta di destinare 1 milione di euro all'anno per l'informatizzazione dell'archivio dei partiti
Cinque milioni in più alla Fondazione Maxxi di Roma, presieduta dall’ex ministro (in quota Partito democratico) Giovanna Melandri. E’ quanto contenuto nell’emendamento al decreto cultura, provvedimento approvato nell’apposita commissione di Palazzo Madama e ora all’esame dell’Aula. La denuncia arriva direttamente dal Movimento 5 Stelle, e in particolare dalla senatrice Barbara Lezzi (insieme ai colleghi Elisa Bulgarelli e Ornella Bertorotta). Il Decreto legge dispone interventi urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei Beni e delle Attività Culturali. E tra le priorità, non si dimentica il sostentamento permanente della Fondazione Maxxi per cinque milioni di euro all’anno. Un ente, del resto, presieduto da una personalità politica: un dato di fatto che fa discutere e crea polemica. L’emendamento in questione, tra l’altro, è stato presentato da Riccardo Villari del Pdl in commissione Bilancio.
Tante le polemiche anche per l’emendamento a firma Marcucci (Pd) che chiede di assegnare 1 milione di euro in più l’anno dal 2014 per la “conservazione e informatizzazione degli archivi dei partiti“. Un punto contrastato dal Movimento 5 Stelle: “E’ assurdo i partiti politici sono associazioni private” commentano Fabrizio Bocchino e Nicola Morra. “Per questo abbiamo deciso di proporre un subemendamento per di destinare quel 1 milione di euro in più a Musei, Biblioteche, Archivi di Stato e storici. “Finanziamenti alla vera cultura. Ora vedremo chi sta veramente dalla parte della cultura di tutti e chi vuole finanziare quella legata esclusivamente ai partiti”.
Il decreto, del resto, sarebbe dovuto arrivare in Aula ieri, ma nonostante il lungo iter svolto in Commissione Istruzione, il testo è rimasto bloccato nell’organismo parlamentare. Il motivo? La solita battaglia degli emendamenti, circa 330. Tra i più determinati oppositori c’era l’ex ministro Sandro Bondi. Il decreto, che era stato messo a punto dal cdm il 2 agosto, contiene disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo. Secondo Bondi, il provvedimento comporterebbe un aumento della spesa pubblica ricorrendo a nuove tasse. Il decreto prevede la istituzione della Unità Grande Pompei come elemento di coordinamento di progetti e stanziamenti anche internazionali per realizzare concretamente la messa in sicurezza dell’area archeologica. Sono anche previste nuove linee di governance e di gestione per i musei, per le fondazioni lirico-sinfoniche, per il cinema e per i teatri. Il decreto dovrà essere convertito in legge entro l’8 ottobre. Tra i problemi emersi in commissione, anche quello, avanzato dal Pdl, sulla copertura di alcuni provvedimenti previsti dal decreto. I senatori berlusconiani chiedono inoltre che venga specificato che i 500 ‘under 35’, previsti per il programma di inventariazione e digitalizzazione del Mibac, sono ‘tirocinanti’. Tutto ciò per non correre il rischio di creare 500 precari. Dal Pdl, inoltre, hanno denunciato anche poca chiarezza sulla figura del supermanager di Pompei, chiedendo che questo ruolo venga coperto da una figura dell’amministrazione dello Stato. E ora spunta la grana Maxxi.