In un mercato sempre più frenetico, nonostante le vendite languiscano, far passare cinque anni nella pubblicazione tra un disco e l’altro può esser considerato deleterio, per ovvie ragioni. Non è dello stesso avviso una antistar del calibro di Trent Reznor, leader della band Industrial Nine Inch Nails e icona di un genere, oltreché di un intero movimento musicale: “Ho fondato i NIN perché sentivo di avere qualcosa da dire, non l’ho fatto per diventare ricco né tantomeno famoso – aveva affermato qualche tempo fa –. Preferisco trascorrere il mio tempo in maniera creativa, piuttosto che starmene seduto su un tourbus, che diventa un enorme salvadanaio”.
Esce a distanza di un lustro Hesitation Marks, il nuovo lavoro in studio della band statunitense che con tre dischi all’attivo, un Ep, tre album di remix e un live ufficiale, ormai si identifica essenzialmente nella figura del suo frontman. Lui, ex enfant prodige del pianoforte, da sempre dotato di una spiccata attitudine Pop, probabilmente è grazie alla sua soggettività prometeica, a quel suo essere ribelle e sempre controcorrente che è riuscito laddove molti altri hanno fallito: rendere l’Industrial un genere orecchiabile, miscelando elementi di Hardcore, Rock, Metal e Avanguardia. The Downward Spiral (1994), concepito negli anni della maturazione, è il disco che ha messo in risalto tutto il suo talento: qui Reznor dimostra di saper comporre, arrangiare, produrre. Ma, soprattutto, si rivela un ottimo polistrumentista con una voce dal timbro unico.
A quasi vent’anni, con Hesitation Marks – un tripudio di elettronica con tappeti ritmici ipnotici, dove la voce di Trent si sopraeleva su tutto quel caos elettronico – Reznor dimostra che la sua ricerca in ambito musicale non si è mai arrestata: la band è cambiata, certo, e lui, oramai, fa quasi tutto da solo, supportato dall’amico bolognese Alessandro Contini, da Adrian Belew dei King Crimson e Linsdey Buckingham alle chitarre, i componenti della line up ufficiale per le performance dal vivo.
Copy Of A è il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album, forse il brano più bello di questo disco composto da 17 tracce. Il testo è di natura filosofica: acquisita la consapevolezza di vivere in un mondo sempre più uniforme, dove l’incedere irrefrenabile e infernale della tecnica si impone sulla natura stessa dell’uomo, questo pare essersi ormai arreso, rassegnato ai propri limiti e alle proprie mancanze. In definitiva, Hesitation Marks, è un buon lavoro, certamente non straordinario e di questo ne è cosciente anche lo stesso Trent. Ma rimane sempre su alti livelli, questo è certo e un ascolto lo merita senz’altro.