La maggioranza comunale si spacca, ma i democratici danno il via libera all'opera voluta dall'ex sindaco (attuale ministro del governo Letta) e che è al centro di numerose polemiche. La costruzione affidata a privati costa circa 15 milioni di euro e prevede due piani con 247 posti macchina. I comitati di cittadini: "Opera inutile, costosa e inquinante. Il rischio è che vengano a mancare i soldi per la costruzione e tocchi all'amministrazione finanziarla"
I cittadini di Reggio Emilia alzano le barricate contro il parcheggio interrato di piazza Vittoria, una delle principali piazze del centro storico. Da mesi residenti e commercianti riuniti in un comitato chiedono di fermare l’opera, ma l’amministrazione ha ribadito la volontà di andare dritta per la sua strada. Che è quella di riqualificare la piazza e realizzare un parcheggio interrato di due piani da 247 posti.
Per la giunta Pd, in prima fila vice sindaco Ugo Ferrari e l’assessore Mimmo Spadoni, è il punto di arrivo di un piano cominciato nel 2005, un project financing affidato alla Reggio Emilia Parcheggi Spa che prevede un investimento di quasi 15 milioni di euro per box interrati da vendere a privati. Per i cittadini però dare il via libera al progetto ereditato dall’ex sindaco e oggi ministro Graziano Delrio a meno di un anno dalle prossime elezioni amministrative, appare come una mossa forzata, un ultimo colpo di coda del Pd prima di lasciare il Comune che potrebbe compromettere il futuro della città. “Non contestiamo il progetto in sé – spiega Antonio Casella, del comitato del no al Vittoria Park – ma il fatto che sia stato calato dall’alto. Noi chiediamo soltanto di rimandare i lavori almeno fino alle prossime elezioni, in modo da non appesantire la futura giunta di un progetto così ingombrante, e anche in modo da avere il tempo necessario per presentarlo ai cittadini e discuterlo insieme a loro, come non è mai stato fatto finora”.
Anche perché, in quasi dieci anni, le esigenze di Reggio Emilia sono cambiate. Anche per questo in poche settimane il comitato dei contrari ha raccolto quasi 4mila firme, e non solo tra residenti e commercianti del centro storico interessati direttamente dal cantiere. Tutti i cittadini, anche quelli che anni fa erano favorevoli al parcheggio, oggi hanno cambiato idea: “C’è la crisi, ci sono altre priorità per la città a cui pensare – continua Casella – senza contare che piazza Vittoria è la vetrina della città e i lavori bloccheranno per almeno venti mesi le attività che fanno già fatica ad andare avanti”.
Per mesi il comitato ha cercato il dialogo con la giunta, ma il Pd non ha voluto sentire parlare di marcia indietro. “Il parcheggio si fa perché tornare indietro è impossibile” è stata la risposta di assessore e vicesindaco, che hanno messo sul banco le penali da pagare alla ditta che ha vinto l’appalto in caso di sospensione dei lavori. Ma i cittadini respingono questa ipotesi e sollevano invece la questione dei costi, perché finora i box venduti ai privati non sono nemmeno la metà di quelli previsti e c’è anche la possibilità che il Comune in futuro debba mettere dei soldi per completare l’opera. “Chi coprirà il costo del progetto, se non troveranno acquirenti?” chiedono i cittadini. Anche il consigliere Cinque stelle Matteo Olivieri ha più volte espresso perplessità sul parcheggio interrato: “Piazza Vittoria è una delle zone ancora vive di Reggio Emilia, gli edifici vicini rischiano un danno strutturale e il centro storico non ne trarrà beneficio. È un’opera inutile, il Pd ha due possibilità: o lo blocca, o su questo progetto perderà le elezioni”.
Il caso è arrivato in consiglio comunale, tra momenti di tensione e proteste: il comitato ha proposto di posticipare l’avvio del cantiere di 24 mesi, ma la mozione è stata respinta in blocco dai 19 consiglieri del Pd, con la sola astensione di Sel, mentre tutti gli altri si sono espressi a favore delle richieste dei cittadini. “Vergogna! Giù le mani dalla città” hanno gridato alcuni presenti ai consiglieri di maggioranza, che però hanno dato ufficialmente il via libera al parcheggio interrato. Il comitato però non si dà per vinto e pensa già alle vie legali, con una denuncia in tribunale per danno temuto che metterebbe nei guai chi ha dato il disco verde al progetto: “La vera battaglia – conclude Casella – comincia ora. Noi non ci fermiamo”.