Diritti

Accademia delle Belle Arti di Roma: se per un pugno di euro diventa razzista

Oggi all’Accademia delle Belle Arti di Roma c’è stata una piccola vittoria per gli studenti stranieri. Infatti una lettera arrivata a inizio anno agli studenti extracomunitari iscritti li intimava a pagare una tassa fissa (uguale per tutti) annuale di 1000 euro prevista da quest’anno nel Manifesto degli Studi. Oltre al contributo commisurato alla dichiarazione dei redditi, tutti gli studenti extracomunitari, in quanto tali e a prescindere quindi dalle proprie condizioni economiche, erano tenuti a versare entro il 10 ottobre la prima rata di una tassa razzista e vergognosa.  

L’introduzione della nuova tassa era stata decisa dal Consiglio d’amministrazione dell’accademia in virtù dell’autonomia amministrativa e finanziaria prevista per gli istituti dell’Alta Formazione Artistica e Musicale così come per scuole e università. Nessuna giustificazione di sorta, se non le difficoltà economiche in cui versa l’accademia e gli scarsi introiti che essa ha dalla contribuzione studentesca, ha accompagnato però l’imposizione di questa nuova quota.

Le studentesse e gli studenti dell’accademia hanno raccolto delle firme da presentare al Consiglio d’amministrazione e hanno oggi ottenuto dal CdA la sospensione del nuovo contributo. Il Consiglio si è riservato però il diritto di ridiscutere ad ottobre i criteri e i livelli della contribuzione studentesca. “Crediamo – scrive una studentessa serba iscritta al 2° anno – che il nostro caso rappresenti un problema politico che interessi tutti, innanzitutto le altre Accademie in cui c’è poca chiarezza e informazione sulla contribuzione studentesca.”

“Non è possibile imporre aumenti delle tasse agli studenti solo perché provenienti da Paesi che non fanno parte dell’Unione europea, è discriminatorio e ingiusto- continua la studentessa – Gli studenti già iscritti non hanno possibilità di scelta e in tanti, se questa tassa non verrà completamente annullata, saranno costretti a cercare un lavoro, probabilmente in nero e sottopagato, oppure dovranno lasciare gli studi  e probabilmente anche l’Italia. L’iscrizione all’Accademia per noi è infatti fondamentale per il rinnovo del permesso di soggiorno. Chi ha deciso di imporre questa nuova tassa sa bene che così facendo ci metterebbe in difficoltà”.

E’ politicamente ingiustificabile prevedere trattamenti contributivi differenziati per gli studenti in base alla nazionalità: un esempio drammaticamente triste di quanto i tagli subiti dal comparto delle accademie possa portare ad atteggiamenti discriminatori. Un esempio drammaticamente triste di quanto sia facile nel nostro Paese veder violato il diritto allo studio sancito dall’art. 33 e 34 della Costituzione. 

Il caso dell’Accademia delle belle arti di Roma dovrebbe aprire una discussione seria sulla deriva escludente e privatistica che hanno preso le politiche in materia d’istruzione, a livello centrale così come nei singolo istituti, dopo anni e anni di definanziamento e dequalificazione.