Barbara Lezzi e Paola Taverna sono le due senatrici che parteciperanno al ballottaggio per eleggere il nuovo capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato. La vincitrice del nuovo scrutinio che si terrà a fine mese (probabilmente martedì o mercoledì prossimi) sostituirà l’uscente Nicola Morra. E ancora una volta i due candidati al ballottaggio esprimono le anime interne del gruppo. Da una parte i più moderati hanno scelto Barbara Lezzi (23 voti), dall’altra i più fedeli si sono sentiti rappresentati da Paola Taverna (23 voti), l’autrice dei sonetti contro i dissidenti. L’assemblea dei senatori grillini ha inoltre indicato Mario Michele Giarrusso e Gianluca Castaldi vicepresidenti, Monica Casaletto segretario, Giuseppe Vacciano tesoriere e Carlo Martelli delegato d’Aula.
L’assemblea trasmessa in streaming non è stata delle più tranquille. Ad accendere gli animi è stata la proposta di Vito Crimi, ex capogruppo 5 Stelle, di usare il voto palese. In molti hanno criticato questa proposta. Abbastanza duri i cosiddetti dissidenti. Francesco Campanella ha sostenuto: la proposta di Crimi “mi sembra un po’ forte, un intervento fatto con l’accetta…”. Anche Luis Alberto Orellana sulla stessa linea: “e’ una minaccia dire ‘o voto palese o non voto’. Se non voti, chi se ne frega”.
Ancora piu’ duro, Lorenzo Battista che rivolgendosi a Crimi ha detto: “Tu Vito hai la capacita di intervenire su tutto, condizionando le persone. Anche ieri su chi doveva intervenire e che cosa doveva dire sulla commemorazione di Franca Rame”. Parole che sono state interrotte dallo stesso Crimi che, urlando, ha negato fosse così. Battista ha concluso polemico: “Anch’io interverrò su tutti gli argomenti come fai tu”. Bartolomeo Pepe ha invitato alla calma e ha rivolto “anche a Vito un invito alla cautela. Ma ora votiamo.. Facciamo la grigliata, la graticola come si chiama, ma votiamo”. Maurizio Romani ha aggiunto: “Perché adesso vogliamo votare in modo palese? Perche’ non ci fidiamo di noi. Per capire chi si schiera per uno o per un altro, e’ un’idiozia. Mi domando perche’ cambiamo le carte in tavola un minuto prima della votazione…”. Clima molto teso, dibattito di un’ora e alla fine si e’ deciso, per alzata di mano, che ognuno fa come preferisce: chi vuole vota in modo palese, chi non vuole vota in modo segreto. “Insomma – ha concluso una irritata Elisa Bulgarelli che presiede l’assemblea – ognuno fa come gli pare. Abbiamo perso un’ora perché’ siamo deficienti”.