Il leader M5S alla presidente della Camera: "Ogni volta che le viene mossa una critica, si rifugia dietro l’intero popolo femminile". La replica: "Pensavo di aver visto l'estremismo fondamentalista con i talebani, evidentemente non avevo ancora visto tutto". Vendola sul comico genovese: "Ha sempre fatta una vita comoda, coperto dai miliardi"
Non si spegne la polemica tra Beppe Grillo e Laura Boldrini. Dopo lo scambio di battute di giovedì, il leader del Movimento 5 Stelle torna all’attacco della presidente della Camera. “Boldrini si sente Giovanna D’Arco, ma è soltanto una nominata da Vendola in una posizione per cui è inadeguata” scrive sul suo blog. “Le critiche sono rivolte a lei, non alle donne italiane. Si vergogni di usarle come scudo per la sua inconsistenza”. La terza carica dello Stato, infatti, aveva bollato come “un’offesa rivolta a tutte le donne” l’ultimo affondo nei suoi confronti da parte del comico genovese, che l’aveva definita “un oggetto di arredamento del potere”. Replica nuovamente la presidente di Montecitorio: ”Pensavo di aver visto l’estremismo fondamentalista in Afghanistan al tempo dei talebani, evidentemente non avevo ancora visto tutto”. E trova la solidarietà di Nichi Vendola, che attacca a sua volta il compagno di opposizione: “Ha sempre ha fatto una vita troppo comoda, coperto dai miliardi“. Sulla stessa linea del comico genovese, invece, le parole della deputata Laura Castelli (M5S): “Da donna mi vergogno della Boldrini che usa il maschilismo come difesa alla sua immensa incompetenza”.
Beppe Grillo respinge al mittente l’accusa di avere attaccato l’intero genere femminile.”C’è uno sport diffuso tra questi politici d’accatto” dice il leader M5S. “Quando ne tiri in ballo uno, quello si intesta un’intera categoria. Come se fosse roba sua. La Boldrini ogni volta che le viene mossa una critica, invece di discuterla e magari di accettarla, se è vera, si rifugia dietro l’intero popolo femminile”. Gli risponde a stretto giro la presidente della Camera: “Non vorrei che l’assemblea della Camera diventasse luogo di confronto muscolare, un ring, non è quella la natura dell’aula parlamentare. Scadere negli insulti, nella provocazione non aiuta a ricucire con gli italiani”. E ancora: “Gli insulti, le ingiurie appartengono a un’altra cultura. A me tutto ciò non appartiene. Io non sprecherò mai il mio tempo per rispondere a quello che non vale la pena neanche di essere ascoltato”.
Alla presidente di Montecitorio va la solidarietà del presidente del suo partito, Nichi Vendola: “L’onorevole Boldrini, dai nazisti fino a Beppe Grillo, è oggetto di una continua aggressione, violenta, volgare, di un’opera di dileggio, di contumelie, di insulti da parte di specialisti del teppismo verbale”. Il governatore della Puglia non risparmia critiche nei confronti di Beppe Grillo. “Mi fanno paura quegli atteggiamenti fondamentalisti“, spiega. “Mi dà fastidio la volgarità, l’idea di poter insultare la Boldrini perché donna. E’ il retaggio di una sottocultura che abbiamo sopportato per 20 anni e che Grillo recupera”. Il leader di Sel si dice indignato “nei confronti delle sciocchezze dette da chi sempre ha fatto una vita troppo comoda, coperto dai miliardi“. E sugli scontri in Aula dei giorni scorsi aggiunge: “La contesa è sempre bella, avere idee differenti credo che sia utile e la democrazia è questo, ma Grillo ha torto marcio. Lui non contrasta le idee degli altri, lui cerca di togliere la legittimazione, persino morale a tutti gli altri di esistere”. Ma, stando alle parole di Vendola, esiste una differenza tra il leader e i parlamentari M5S: “”Io confido in una distinzione tra Grillo e i grillini perché lui ha una concezione talmente raffinata della democrazia che si comporta come una badante nei confronti di tutti gli eletti del Movimento 5 Stelle”.
Lo scontro di giovedì tra Movimento Cinque Stelle e presidente della Camera era cominciato in Aula, quando il deputato Christian Iannuzzi aveva chiesto le dimissioni di Laura Boldrini dopo la decisione di sospendere i lavori sulla legge sull’omofobia. A quel punto era scattata la reazione di Beppe Grillo, che aveva etichettato la terza carica dello Stato come un “oggetto di arredamento del potere” e come una “nominata da Vendola”. “Il suo partitino”, aveva aggiunto il comico genovese, “è entrato in Parlamento solo grazie alla truffa della coalizione con il pdmenoelle. Una alleanza rinnegata subito dopo le elezioni in un eterno gioco delle parti che esautora il cittadino da ogni decisione”. L’intero arco istituzionale si era quindi mobilitato a difesa di Laura Boldrini. Un gruppo di deputate Pd, Pdl, Sc, Sel e Gruppo misto aveva bollato le invettive di Grillo come “offese inaccettabili e incivili” e “accuse rozze e volgari”. La presidente della Camera aveva poi espresso il proprio “ringraziamento a tutte le parlamentari per il sostegno ricevuto”, parlando di un’offesa “rivolta a tutte le donne”.