Invito che il neo potrebbe rivolgere anche personalmente al presidente americano Obama con il quale potrebbe avere un incontro in tempi molto brevi, forse proprio a New York. Il messaggio di distensione delle relazioni è rivolto a tutti i membri della comunità internazionale: “Li invito a sfruttare al meglio il mandato che il mio popolo mi ha dato e a rispondere sinceramente agli sforzi del mio governo per avviare un dialogo costruttivo”, ha scritto. “Dopo dieci anni di passi in avanti e indietro, è chiaro quello che tutte le parti non vogliono in relazione al nostro dossier nucleare – ha aggiunto – Questo può essere utile per evitare che i conflitti si scaldino, ma per andare oltre l’impasse, per quanto riguarda la Siria, la questione del nucleare o i rapporti con gli Stati Uniti, bisogna puntare più in alto”.
Secondo Rohani, “piuttosto che concentrarsi su come evitare che le cose vadano sempre peggio, abbiamo bisogno di pensare, e di parlare, per migliorare le cose. Per fare questo, abbiamo tutti bisogno di trovare il coraggio di iniziare a trasmettere quello che vogliamo, in modo chiaro, conciso e sincero, con la volontà politica di prendere le misure necessarie. Questa è l’essenza del mio approccio”. E quello che vuole Teheran, è un nucleare disarmato: “per noi la padronanza del ciclo del combustibile nucleare e la produzione di energia nucleare significano poter diversificare le nostre risorse energetiche ”. Per questo, il riconoscimento del carattere pacifico del nucleare iraniano diventa “una richiesta di dignità e di rispetto e, di conseguenza, il nostro posto nel mondo”. “Senza comprendere il ruolo dell’identità, molti problemi che affrontiamo resteranno irrisolti”, ha proseguito.
Due giorni dopo un portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha confermato che Rohani ha ricevuto una lettera di complimenti da parte di Obama dopo la vittoria alle elezioni del 14 giugno, e ha poi risposto “attraverso i canali diplomatici esistenti”. Lo scambio epistolare assume un significato rilevante, qualcuno azzarda “storico”, tenuto conto che le relazioni tra Usa e Iran dal 1980 proseguono a fa si alterne, tra sospensione del dialogo, passi avanti e repentine ritirate. Da qui, il clima di prudenza intorno alla nuova fase. A trasmettere il messaggio del presidente iraniano, infatti, sarebbe stata la Svizzera, incaricata di curare gli interessi di Washington a Teheran dopo la rottura delle relazioni diplomatiche tra i due paesi. Ora il dialogo passa sui giornali americani, presto (forse) sarà diretto.