“No ad aborto ed eutanasia“. È la dura condanna che Papa Francesco ha pronunciato nell’udienza ai ginecologi cattolici. “Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente a essere abortito – ha affermato Bergoglio – ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo. E ogni anziano, anche se infermo o alla fine dei suoi giorni, porta in sé il volto di Cristo. Non si possono scartare!”. Parole chiarissime quelle del Papa argentino che in più punti del suo intervento ha citato Benedetto XVI e quanto scritto dal suo predecessore sul tema dell’apertura alla vita. Un modo eloquente per indicare che con l’avvento di Francesco sul trono di Pietro non è avvenuta nessuna rottura nel magistero ecclesiale.
Il Papa ha sottolineato, inoltre, che “la vita umana è sempre, in tutte le sue fasi e a ogni età, sacra ed è sempre di qualità. E non per un discorso di fede, ma di ragione e di scienza! Non esiste una vita umana più sacra di un’altra, come non esiste una vita umana qualitativamente più significativa di un’altra. La credibilità di un sistema sanitario – ha aggiunto Francesco – non si misura solo per l’efficienza, ma soprattutto per l’attenzione e l’amore verso le persone, la cui vita è sempre sacra e inviolabile”.
Per il Papa oggi “una diffusa mentalità dell’utile”, che lui ha definito più volte “cultura dello scarto“, “schiavizza i cuori e le intelligenze di tanti, ha un altissimo costo: richiede di eliminare esseri umani, soprattutto se fisicamente o socialmente più deboli. La nostra risposta a questa mentalità è un sì deciso e senza tentennamenti alla vita”. E qui Francesco ha citato la Dichiarazione sull’aborto procurato emanata nel 1974 dalla Congregazione per la dottrina della fede: “Il primo diritto di una persona umana è la sua vita. Essa ha altri beni e alcuni di essi sono più preziosi; ma è quello il bene fondamentale, condizione per tutti gli altri”. Per il Papa “le cose hanno un prezzo e sono vendibili, ma le persone hanno una dignità, valgono più delle cose e non hanno prezzo. Per questo l’attenzione alla vita umana nella sua totalità è diventata negli ultimi tempi una vera e propria priorità del magistero della Chiesa, particolarmente quella maggiormente indifesa, cioè al disabile, all’ammalato, al nascituro, al bambino, all’anziano“.
Bergoglio ha evidenziato anche quella che definisce una “situazione paradossale” e che riguarda la professione medica. “Riscontriamo – ha spiegato il Papa – il pericolo che il medico smarrisca la propria identità di servitore della vita. Il disorientamento culturale ha intaccato anche quello che sembrava un ambito inattaccabile: il vostro, la medicina! Pur essendo per loro natura al servizio della vita, le professioni sanitarie sono indotte a volte a non rispettare la vita stessa. Invece, come ci ricorda l’enciclica Caritas in veritate, “l’apertura alla vita è al centro del vero sviluppo. Se si perde la sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono. L’accoglienza della vita tempra le energie morali e rende capaci di aiuto reciproco”. “La situazione paradossale – ha aggiunto il Papa – si vede nel fatto che, mentre si attribuiscono alla persona nuovi diritti, a volte anche presunti, non sempre si tutela la vita come valore primario e diritto primordiale di ogni uomo. Il fine ultimo dell’agire medico rimane sempre la difesa e la promozione della vita“.
In mattinata, nell’omelia dell’ormai consueta Messa a Santa Marta, Francesco aveva condannato nuovamente la dittatura del denaro. “Non puoi servire Dio e il denaro. Non si può: o l’uno o l’altro! Questo non è comunismo! Questo è Vangelo puro!”. “È dai soldi – ha affermato Bergoglio – che nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi, i conflitti di uomini corrotti nella mente e privi della verità, che considerano la religione come fonte di guadagno”. E per adeguarsi all’inedito stile comunicativo del Papa argentino, la Libreria Editrice Vaticana ha raccolto e pubblicato in un volume tutti i tweet di Francesco. Un account, quello di Bergoglio, che oggi ha 9 milioni e 300mila followers.