Il destino di Parmalat e della tanto contestata acquisizione di Lactalis American Group si deciderà nelle prossime settimane in Tribunale, ma intanto la Procura di Parma ribadisce la volontà di andare in fondo alla vicenda. Nell’udienza fissata per il 25 settembre per il procedimento avviato dopo la denuncia degli azionisti di minoranza su presunte irregolarità nell’operazione, il procuratore capo Gerardo Laguardia chiederà nuovamente la revoca del consiglio di amministrazione di Collecchio.
“Insisteremo per la revoca del cda – ha detto Laguardia – e chiederemo anche l’annullamento del contratto di acquisizione di Lag”. La posizione della Procura rimane dunque invariata, anche alla luce di quanto emerso dall’ultima relazione del commissario ad acta Angelo Manaresi, che il procuratore capo ha definito “confermativa delle ipotesi da noi prospettate”.
Nel documento datato 9 settembre, Manaresi risponde alle osservazioni presentate dalle parti, gettando nuovamente ombre sull’operato della società di Collecchio e anche sui suoi rapporti con il consulente (e creditore dell’azionista-venditore Lactalis) Mediobanca. “Dato che Parmalat è una società quotata in Borsa, il danno sia per i piccoli azionisti sia per la credibilità del mercato è stato molto grande”, si legge del documento. Un danno per operatori, risparmiatori e istituzioni, fa notare Manaresi. “Le operazioni con parti correlate (cioè in conflitto d’interesse, ndr) in presenza di un’impresa quotata devono essere salvaguardate nella sostanza oltre che nella forma”, scrive il commissario, aggiungendo che invece nel caso dell’acquisizione di Lag, “non sono state rispettate completamente”.
Molti i dubbi sollevati nella relazione, a partire dal prezzo dell’operazione, che sarebbe stato gonfiato attraverso presunte “pressioni da Lactalis e Société Générale verso l’advisor Mediobanca, addirittura attraverso un consigliere di Parmalat”. Lo dimostrano le e-mail acquisite dalla Procura, in cui i dirigenti dell’istituto guidato da Alberto Nagel commentano le insistenze dei vertici francesi per fissare un determinato valore a Lag.
I dubbi del commissario riguardano anche la sostanza dell’operazione, ossia il prezzo pagato da Parmalat per comprare Lag. Secondo il commissario l’acquisizione sarebbe dovuta avvenire ad una cifra non superiore ai 623 milioni di dollari, ben inferiori al prezzo di 904 milioni pagato originariamente. Nei mesi scorsi Parmalat era riuscita ad ottenere uno sconto di 134 milioni grazie ad una clausola del contratto, ma per la Procura la somma è ancora troppo alta e andrebbe ridotta di circa altri 192 milioni. Secondo Manaresi invece basterebbero altri 150 per arrivare a una cifra adeguata al valore dell’operazione.
Tutti punti che saranno discussi con la relazione di Manaresi nell’udienza di mercoledì alla presenza delle parti. Il Tribunale sarà chiamato a decidere se portare all’azzeramento del cda ed eventualmente all’annullamento del contratto di acquisizione di Lag.