Trecentonovantuno piccoli pannelli solari come carrozzeria, 180 chilogrammi di peso, 4 metri e mezzo di lunghezza, 1 metro e mezzo in altezza, quattro piloti a darsi il turno per guidarla: è Emilia 3, l’automobile interamente alimentata ad energia solare che dal 6 ottobre rappresenterà l’Italia al World Solar Challenge, la gara di 3000 km con una quarantina di concorrenti provenienti da tutto il mondo, che in una decina di giorni attraverserà l’Australia da nord a sud.
Il prototipo, che nella carena richiama il tricolore, è il risultato del lavoro della squadra Onda Solare, il team che ha riunito a Castel san Pietro (Bo) tecnici, docenti, studenti e giovani ricercatori dell’Università di Bologna e del Cnr, insieme a numerose ditte del territorio che hanno offerto materiali e componenti tecnologiche. “E’ una sfida estrema nell’ambito della meccanica e un’esperienza ‘viva’ unica”, spiega il professor Andrea Zucchelli del dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Unibo, “Negli Usa è un’attività convenzionale, per l’Italia, invece, costruire pezzo dopo pezzo la vettura mescolando l’apporto di artigiani, imprese e studenti, è la prima volta. Reputo sia anche uno stimolo per andare oltre le difficoltà oggettive che sta vivendo il nostro paese”.
Emilia 3 è un’affascinante macchinone da corsa, intrico di ruote, batterie e celle fotovoltaiche: “Assorbiamo le radiazioni emesse dal sole, le manipoliamo e le convertiamo in maniera ottimale in energia che si trasferisce alle motoruote”, ha precisato Giovanni Serra del dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica Guglielmo Marconi, “dobbiamo fare in modo di spillare con attenzione l’energia che raccogliamo in modo da usarla come ‘carburante’ per sviluppare velocità ma contemporaneamente anche per caricare le batterie al litio sull’auto che hanno un’autonomia di 330 chilometri”.
La competitività del mezzo, infatti, non arriva più dal picco di velocità raggiunto (tra i 90 e i 100 km/h), ma da qualcosa di filosoficamente più sofisticato, la velocità media sviluppata in più ore e, nel caso, del World Solar Challenge, in più giorni di gara: “Non ha senso consumare tutta l’energia immagazzinata”, spiega Francesco Cassarini, il giovanissimo responsabile dell’elettronica di Emilia 3, “bisogna mediare, né troppa, né troppo poca. Anche per questo siamo un team di 20 persone al seguito dell’auto in gara”.
“Gareggeremo su una strada asfaltata che fino a poco tempo fa non lo era. Partiremo da Durban con una temperatura di quasi 40 gradi fino ad Adelaide dove dovrebbero essercene 18-20”, racconta entusiasta uno dei piloti del team, “Certo, attraverseremo ampie zone desertiche, ma sono strade aperte al traffico perché la nostra è una vettura costruita e omologata per girare in mezzo agli altri veicoli a motore: ha le 4 frecce, gli stop e i fanali”.
Per questo il prototipo potrebbe diventare il primo di una serie di esperimenti che finiranno per modificare il mondo industriale: “Questa esperienza ha l’80% di ricaduta sulla progettazione di future auto elettriche e solari”, aggiunge Zucchelli, “non abbiamo ancora richieste in grosse quantità in tal senso, ma lo sviluppo tecnologico ci orienta sempre più in questa direzione. Il nostro paese deve cominciare a pensare anche alla produzione per ampio consumo di questo tipo di vetture”.
Per chi lo volesse acquistare, il prototipo Emilia 3 costa sui 350mila euro. Per ogni informazione sull’auto, sugli esiti della gara australiana, e sulla possibilità di raccogliere fondi per gli studi sul tema: basta cliccare su www.ondasolare.com