Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Diritti - 21 Settembre 2013
Servizio scuolabus, a Roma disabili a piedi. Le famiglie: “Pronta class action”
Inizio anno scolastico da incubo per gli oltre mille studenti disabili della Capitale. La riorganizzazione del servizio scuolabus, con il passaggio di competenze dai Municipi al Comune, e il taglio di una ventina di bus ha gettato nel panico le famiglie. “E’ il caos più totale – denuncia un genitore – non si sa se e quando passerà il pulmino”. E ancora: “In questi giorni è in ritardo. Se mio figlio prendesse lo scuolabus arriverebbe a scuola alle 10, un’ora e mezza dopo l’ingresso”. Problema opposto per un’altra famiglia. Da loro il bus passa troppo presto, e il bambino rischia di essere a scuola un’ora prima del suono della campanella. Così a colmare il disservizio ci pensano le famiglie: “Io insegno e ho dovuto prendere dei permessi“, spiega un altro genitore. Ilfattoquotidiano.it ha seguito Daniela, mamma di Lorenzo, un ragazzo con sindrome di down. Tutti i giorni arriva tardi ed esce prima dal lavoro perchè gli orari dello scuolabus non coincidono con quelli della scuola. Dal Campidoglio arrivano rassicurazioni: “Dalla prossima settimana tutto tornerà come prima”. “Si sono resi conto della loro disorganizzazione”, dicono le famiglie, pronte – come spiega l’avvocato Oreste Pascucci dell’Associazione Qui Per Voi – ad una class action se il Comune non manterrà la parola di Annalisa Ausilio