In Egitto i Fratelli Musulmani tornano in clandestinità. Il tribunale civile del Cairo in una sentenza di primo grado ha stabilito l’interdizione delle attività della Confraternita, la confisca dei beni e la chiusura di tutte le sedi nel Paese. Già al bando sotto il regime di Hosni Mubarak, che però erano ammessi al Parlamento come indipendenti, i Fratelli Musulmani erano riconosciuti come organizzazione non governativa dal marzo scorso, pochi mesi dopo l’elezione del presidente Mohamed Morsi.
“È una decisione totalitaria“. Questa la reazione di un esponente dei Fratelli musulmani, Ibrahim Moneir, alla messa al bando dell’organizzazione. “La Fratellanza continuerà a esistere con l’aiuto di Dio, e non per gli ordini dei giudici o del generale al-Sisi“, ha aggiunto in un’intervista all’emmittente Al-Jazeera. E dal proprio profilo Twitter, i Fratelli Musulmani fanno sapere che “sono rimasti e rimarranno malgrado i tentativi di regimi fascisti di eliminarli. La dissoluzione non avrà effetti sull’organizzazione”. Intanto il legale della Fratellanza, Ali Kamal, ha fatto sapere che l’organizzazione ricorrerà contro il provvedimento del tribunale.
La sentenza del Cairo ha accolto un ricorso presentato da un partito di sinistra egiziano, El Tagammoe, che ha accusato la Confraternita di stoccare armi nei suoi uffici e di essere impegnata in attività illegali. “Il tribunale ha detto il giudice Mohammed al-Sayed, “vieta tutte le attività dell’organizzazione dei Fratelli Musulmani e la sua organizzazione non governativa. Sono proibite tutte le attività nelle quali partecipa e ogni organizzazione che deriva da loro”. La sentenza rappresenta l’ennesimo attacco nei confronti della Confraternita dopo la deposizione del presidente Mohamed Morsi lo scorso 3 luglio. Decine di esponenti dei Fratelli Musulmani egiziani sono stati arrestati dal nuovo governo sostenuto dai militari, tra cui la Guida suprema Mohammed el-Badie. La principale accusa mossa nei loro confronti è di incitamento alla violenza.
Già in passato la Fratellanza era stata oggetto di ricorsi, che nel tentativo di vietarne le attività, sostenevano che non rispondesse ai requisiti della legge sulle ong. Per questo nel marzo di quest’anno, quando Morsi era ancora presidente, ha ottenuto lo status di associazione. La Confraternita è stata fondata nel 1928 e ufficialmente bandita dall’allora presidente Gamal Abdel Nasser nel 1954. Rimasta un’organizzazione clandestina, la sua attività era però tollerata nel trentennio di Mubarak, durante il quale vari esponenti arrivarono in Parlamento come indipendenti. Il deposto presidente Morsi era ai vertici della Fratellanza e del suo braccio politico, Giustizia e Libertà.