Gino Bartali è stato dichiarato ‘Giusto tra le nazioni’ dallo Yad Vashem, il museo dell’Olocausto di Gerusalemme. La decisione riconosce l’impegno del grande campione di ciclismo a favore degli ebrei perseguitati in Italia. Lo Yad Vashem spiega che Bartali, “un cattolico devoto, nel corso dell’occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l’arcivescovo della città cardinale Elia Angelo Dalla Costa“. Quest’ultimo è stato già riconosciuto ‘Giusto tra le Nazioni’ dallo Yad Vashem.
“Questa rete ebraico-cristiana, messa in piedi a seguito dell’occupazione tedesca e all’avvio della deportazione degli ebrei, ha salvato centinaia di ebrei locali ed ebrei rifugiati dai territori prima sotto controllo italiano, principalmente in Francia e Yugoslavia”, si legge nelle motivazioni rese note dallo Yad Vashem. Bartali ha agito “come corriere della rete, nascondendo falsi documenti e carte nella sua bicicletta e trasportandoli attraverso le città, tutto con la scusa che si stava allenando”. Il campione sapeva che aiutando gli ebrei correva un grande rischio, ma questo non l’ha fermato. “Ha trasferito falsi documenti a vari contatti e tra questi il rabbino Cassuto”, si legge nella nota dello Yad Vashem annunciando he in onore di Bartali si terrà una cerimonia in Italia in una data ancora da stabilire.
“E’ una cosa magnifica – ha commentato il figlio Andrea -. Aspettavamo questa notizia già da qualche tempo, soprattutto dopo che un mese fa hanno fatto giusto tra le nazioni il cardinale Elia Dalla Costa”, ha aggiunto. “Saperlo proprio oggi quando qui a Firenze sono iniziati i Mondiali di ciclismo ha un significato enorme”, ha detto ancora il figlio di Bartali. La famiglia del campione era stata invitata già nelle settimane scorse a Gerusalemme dal governo israeliano per il mese di ottobre quando si terrà una gara di ciclismo intitolata a Gino Bartali.
La decisione dello Yad Vashem di dichiarare Gino Bartali ‘Giusto tra le Nazioni’ “è una scelta che commuove Firenze, è il più bel regalo alla città ed il modo più serio di dare un senso ai Mondiali di ciclismo”, così il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha commentato la notizia. Proprio l’11 agosto scorso, in occasione delle celebrazioni della Liberazione di Firenze, Renzi, con il rabbino del capoluogo toscano Joseph Levi, aveva auspicato il pronunciamento sul campione. “Il ciclismo in Toscana è un’esperienza di vita e ha formato uomini, oltre che campioni, come Bartali che rischiava la pelle per salvare gli ebrei”, ha detto il sindaco di Firenze. “Abbiamo voluto qui i mondiali pensando a figure come lui, perché rende esplicito che non sono solo una competizione sportiva ma per Firenze l’occasione di affermare la propria identità di valori“, ha sostenuto Renzi.