L’ha strangolata sotto casa, le ha stretto attorno al collo il braccio lasciando che la vita della sua ex scivolasse via, poi si è allontanato con l’auto portando via il cadavere, adagiato sul sedile passeggero, quasi fosse una delle tante passeggiate che negli otto mesi della loro relazione avevano fatto insieme. C’è la gelosia, un amore morboso culminato con una denuncia per stalking 17 giorni fa, dietro l’omicidio di Marta Deligia, la ragazza di 27 anni strangolata a Villacidro, un comune del Medio Campidano a circa 40 chilometri di Cagliari.
I carabinieri hanno arrestato l’ex fidanzato della vittima Giuseppe Pintus, 37 anni, rintracciato dopo una serie di telefonate in cui annunciava di volersi suicidare. “Ho fatto una cavolata, ho ucciso Marta – ha detto al telefono Pintus prima a un’amica e poi ai carabinieri – Sono disperato, ora mi uccido”. Nelle tasche, quando i militari lo hanno bloccato a meno di un chilometro dal centro abitato, in aperta campagna, in località Corte Margiani, lo stesso luogo in cui aveva abbandonato sotto un albero la sua Fiat Bravo con il cadavere della ex, aveva in tasca una corda. Ai carabinieri che lo ammanettavano ha detto che non voleva ucciderla: “Ho anche tentato di rianimarla”, ha dichiarato descrivendo frammentariamente quanto era accaduto.
Ma il delitto è solo il capitolo conclusivo di oltre 4 mesi di minacce, pedinamenti, telefonate e messaggi alla ex, con frasi altalenati di amore e morte. La stessa vittima negli ultimi mesi si era rivolta ai carabinieri preoccupata: “Mi perseguita, mi pedina, viene anche nel bar dove lavoro”, aveva raccontato a una marescialla chiedendo cosa potesse fare per allontanarlo. I carabinieri avevano cercato da subito di convincerla a denunciarlo, ma lei non voleva: “Gli ho voluto bene, adesso vorrei essere solo lasciata in pace, vorrei fare la mia vita”, aveva più volte ripetuto Marta. Ma solo il 6 settembre scorso la giovane ha avuto il coraggio di firmare il foglio con la denuncia per chiedere l’ammonimento del questore. Venerdì scorso il provvedimento è stato accettato e sarebbe stato notificato in queste ore: “È un provvedimento che deve essere accompagnato da spiegazioni – ha commentato il comandante provinciale dei carabinieri di Cagliari, Davide Angrisani – non può essere inviato come una multa, altrimenti potrebbe avere un effetto scatenante”.
L’uomo, quindi, potrebbe non essere venuto a conoscenza della denuncia, potrebbe quindi non aver avuto alcuna ragione se non quell’amore morboso per uccidere. Erano le 4.30 quando Marta, uscita di casa per andare a lavorare al bar “Capo Verde”, è stata sorpresa da Pintus e strangolata. I carabinieri hanno dovuto salvarlo dal linciaggio: fuori dalla caserma gli amici della vittima chiedevano che venisse lasciato nelle loro mani “per fare giustizia”: “E’ un bastardo, un assassino”.