Sulla decadenza di Silvio Berlusconi “troveremo una soluzione nel rispetto dello Stato di diritto” ed è certo “che la stabilità prevarrà”. Poi spiega che il sistema della giustizia deve essere riformato ma, specifica, non per salvare il Cavaliere. Anche se nelle prime settimane a Palazzo Chigi aveva specificato, pur non escludendola, che non rientrava tra gli impegni più urgenti del suo governo. “Abbiamo indicato le quattro priorità da portare a conclusione nei primi cento giorni – aveva detto-. Questo non vuol dire che non ci siano riforme in cantiere che abbiano una gittata più lunga”.
Il presidente del Consiglio Enrico Letta, a New York per il Council on foreign relations, risponde alle domande dei giornalisti e torna a parlare dell’ex premier, sul quale l’Aula dovrà decidere in merito alla decadenza da senatore a seguito della sentenza della Cassazione. Tuttavia credeva di dovere rispondere a tutt’altro tipo di domande. “Veramente – ha detto – qui mi aspettavo di parlare di primavere arabe e invece mi si chiede molto di politica nazionale. So che i mezzi di comunicazione internazionale hanno come argomento principe Silvio Berlusconi, queste sono le regole del gioco e io voglio giocare”.
Poi è intervenuto anche sulla legge di stabilità e ha spiegato che quella “che stiamo per presentare contiene un programma di bilancio molto importante, che prevede anche un consistente taglio delle tasse sul lavoro, che per l’Italia è un punto cruciale”. Il testo, ha proseguito, comprende anche “una parte molto importante sull’evasione fiscale e come lottare contro l’evasione fiscale”. Quanto alla tenuta del governo, Letta, pur specificando che “i governi di grandi coalizioni non sono mai facili da gestire”, risponde al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che lunedì aveva invitato governo e parlamento a evitare fratture, ed è convinto che “la stabilità prevarrà”.
Il presidente del Consiglio ha anche sollecitato la necessità di un “nuovo approccio europeo” perché “se l’Europa è solo tasse, austerity, recessione, senza nessuna luce in fondo al tunnel, è impossibile convincere le persone a compiere i sacrifici necessari”. C’è dunque “bisogno di aggiornare la governance e di agire rapidamente. Non ci possono volere trenta summit, quattro anni, per prendere una decisione. L’Europa – ha proseguito – ha vissuto cinque anni di crisi profonda”. Il premier ricorda quindi come ci siano voluti “30 summit” in Ue prima del discorso chiave del presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi.