Il dissesto finanziario di Benevento aveva impedito a due creditori di incassare quanto dovuto. La Corte europea dei diritti umani ha stabilito in 80mila euro il risarcimento per danni morali e pecuniari: "Un'autorità locale non può usare le sue difficoltà finanziarie come scusa per non onorare i suoi impegni"
I debiti contratti dai Comuni in dissesto finanziario saranno pagati dallo Stato. Lo ha deciso la Corte europea dei diritti umani, che ha accolto il ricorso di due abitanti di Benevento. Giovanni De Luca e Ciro Pennino, rispettivamente di 86 e 78 anni, vantavano complessivamente crediti per circa 64mila euro nei confronti del Comune, da quando nel 1993 era andato in dissesto finanziario. Lo Stato italiano è ora tenuto a versargli 80mila euro per danni morali e pecuniari.
I due anziani beneventani avevano vinto una causa contro il Comune, Pennino nel 1987 e De Luca nel 1992. Dopo la dichiarazione di bancarotta, però, era stata nominata una commissione straordinaria per la liquidazione. Organismo sulla quale i due non potevano ottenere, secondo la legge italiana, una ingiunzione al pagamento. Il debito, ricalcolato, era lievitato nel 2005 fino a, rispettivamente, 24mila e 40mila euro circa. La Corte ha respinto l’argomentazione dell’avvocatura dello Stato secondo la quale la eccezionale circostanza dell’insolvenza dell’ente locale giustificava il fatto che non era stato possibile onorare i debiti. Secondo i giudici, invece, “come organismo dello Stato una autorità locale non può usare le sue difficoltà finanziarie come scusa per non onorare i suoi impegni”.