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Sindaco leghista ‘vieta’ inno di Mameli a inaugurazione vecchio filatoio

Il primo cittadino di Martinengo (Bergamo), Paolo Nozza, ha invitato la storica banda a suonare marcette allegre. “È la prima volta che riceviamo una direttiva di questo tipo – ha raccontato il direttore del corpo musicale a Bergamonews -. Anche se, a dire il vero, alla lettura della mail non ci siamo stupiti più di tanto"
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Il sindaco leghista di Martinengo (Bergamo) ha vietato l’Inno di Mameli alla banda del paese giustificandosi spiegando che preferiva “un repertorio più allegro”.  Domenica scorsa a Martinengo, un paesotto di 10 mila abitanti nella bassa bergamasca, era in programma l’inaugurazione del vecchio filatoio, fresco di ristrutturazione. Un evento atteso da trent’anni, evidentemente un momento molto importante per la comunità locale, da salutare con tutti gli onori del caso. Ecco allora che per fare le cose in grande il sindaco leghista Paolo Nozza ha invitato la storica banda del paese a lustrare gli ottoni in vista del taglio del nastro.  

Fin qui tutto nella norma, se non fosse che nella e-mail partita dalla segreteria del sindaco alla volta del direttore del corpo musicale di Sant’Agata, era esplicitata un’insolita indicazione sul repertorio: si diceva esplicitamente che la banda non avrebbe dovuto eseguire l’Inno d’Italia. “È la prima volta che riceviamo una direttiva di questo tipo – ha raccontato il direttore del corpo musicale di Martinengo Giuseppe Asperti a Bergamonews -. Anche se, a dire il vero, alla lettura della mail non ci siamo stupiti più di tanto. Mi sono riunito con il consiglio direttivo della banda, e tutti insieme abbiamo deciso di partecipare all’evento e di osservare quanto richiesto dal sindaco”. A sentirla raccontare dai martinenghesi la cerimonia di inaugurazione, che si è svolta la scorsa domenica, è andata molto bene e pare che nessuno si sia lamentato per la mancata esecuzione dell’Inno. I componenti del corpo musicale hanno suonato le tradizionali marcette dal ritmo allegro, così come richiesto dal primo cittadino del paese.  

Oggi Nozza si difende dalle pagine di Bergamonews, spiegando che “È stato solo un malinteso” e che “non era una questione politica”. Molto più semplicemente il sindaco leghista dice che per l’inaugurazione voleva “un repertorio più allegro e più consono all’evento”. Nozza poi ricorda che la Lega non ha mai nascosto il proprio pensiero sull’Inno di Mameli e conclude: “Io a riguardo ho le mie idee, ma me le tengo per me”.

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