Ma l’eco della dichiarazione è stata così grande da scatenare precisazione dall’organo di stampa ufficiale. Con corsivi in rosso, sottolineature grafiche e addirittura una frase evidenziata in giallo, la militante agenzia iraniana Fars ha sostenuto che la Cnn ha “fabbricato” le dichiarazioni di condanna del presidente iraniano Rohani sull’Olocausto, le quali risultano molto più generiche e rivolte a tutti i crimini dei nazisti. Riportando anche una trascrizione in farsi, la versione inglese dell’agenzia vicina ai Pasdaran trascrive in rosso le parti che la tv di notizie americana avrebbe “aggiunto o completamente alterato”: fra queste c’è la parola “olocausto” (non pronunciata) e la frase “condanniamo qualsiasi crimine abbiano commesso contro gli ebrei”. Evidenziata in giallo, perché “prodotto di una traduzione a senso e non precisa”, è la frase “non fa differenza che quella vita sia ebrea, cristiana o musulmana; per noi è lo stesso”. “L’esatta traduzione inglese delle dichiarazioni” del presidente fra l’altro suona: “Generalmente condanniamo in pieno ogni tipo di crimine perpetrato contro l’umanità nella storia, incluso il crimine commesso dai nazisti sia contro gli ebrei che contro i non-ebrei; allo stesso modo, se oggi qualsiasi crimine viene perpetrato contro qualsiasi nazione o qualsiasi religione o qualsiasi popolo o qualsiasi credo, condanniamo quel crimine e genocidio. Perciò, ciò che fecero i nazisti è condannato”. Ma dopo dichiarazioni e precisazioni è arrivata un’altra intervista del presidente che ha preso il posto di Mahmud Ahmadinejad: “I nazisti hanno commesso un massacro che non può essere negato, soprattutto contro il popolo ebraico” ha detto Rohani in una conversazione con i giornalisti americani aggiungendo – secondo quanto riporta la Nbc – che sull’entità dello sterminio è bene lasciare la parola “agli storici”.
Isreale è in posizione guardinga. ”Cosa può essere cambiato? Nulla visto che vuole continuare a distruggerci” commenta Efraim Zuroff, direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme. Un legame, quello tra Shoah e nascita d’Israele, che certo non è sfuggito alla leadership israeliana. Anche alla luce di quanto denunciato oggi dall’ex ambasciatore all’Onu Dori Gold, secondo il quale il presidente iraniano – poco prima di volare a New York – ha partecipato a una parata militare in cui sono stati mostrati missili a lunga gittata Shihab-3 e uno striscione su cui era scritto: ‘Israele deve cessare di esistere’. “Il fatto che Rohani invii messaggi positivi a New York e al tempo stesso partecipi ad un evento in cui viene invocata la distruzione di Israele – ha ammonito Gold – deve lanciare all’Occidente un segnale di ‘allarme rosso’”. Non a caso Zuroff ha sottolineato che “l’apparente cambio rispetto ad Ahmadinejad, è reso del tutto inutile dalla reiterata riaffermazione dell’intenzione di cancellare Israele dalla faccia della terra” Anzi: ai suoi occhi “paradossalmente Rohani è addirittura peggio” perché “rappresenta una trappola per l’Occidente”. In questo senso si sono già espressi del resto sia il ministro delle relazioni internazionali Yuval Steinitz sia il viceministro degli esteri Zeev Elkin. Il primo ha osservato che “ se è vero” che Rohani “non ha negato la Shoah, non ha neppure condannato chi nega la Shoah, come il suo predecessore o gli altri dirigenti iraniani”. Mentre il secondo ha rincarato la dose: “Dove siamo arrivati? Basta riconoscere che la Shoah è avvenuta, per passare come uomo illuminato, colto e positivo. Ma i dirigenti spirituali iraniani che hanno negato la Shoah sono sempre al loro posto”.