Il passaggio in mano straniera della rete della compagnia telefonica preoccupa il presidente Giacomo Stucchi: "E' la struttura più delicata del Paese, attraverso cui passano tutte le comunicazioni dei cittadini italiani ed anche quelle più riservate". Franceschini: "Se il Comitato lo chiederà, il governo andrà a riferire"
Le informazioni riservate di interesse nazionale in mano straniera. Questo è lo scenario che preoccupa Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, dopo la cessione di Telecom agli spagnoli di Telefonica. L’operazione “pone seri problemi di sicurezza nazionale“, spiega l’esponente della Lega Nord, “visto che la rete Telecom è la struttura più delicata del Paese, attraverso cui passano tutte le comunicazioni dei cittadini italiani ed anche quelle più riservate”.
“Ho già sentito il direttore del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, ndr), Giampiero Massolo“, fa sapere Stucchi. “Mi ha assicurato che invierà nelle prossime ore un’informativa al Copasir sui possibili rischi in termini di sicurezza nazionale di un’operazione di questo tipo, trattandosi di un’infrastruttura strategica come le rete Telecom”. Agli inizi di ottobre l’ambasciatore Massolo sarà poi ascoltato in un’audizione alla sede del Copasir, rende noto il presidente. Che non esclude un incontro con il premier: “Se in ufficio di presidenza del Comitato si ravviserà l’esigenza di approfondire alcune questioni con il premier Enrico Letta o con il sottosegretario Marco Minniti, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, daremo seguito a queste richieste di audizioni”. Da parte dell’esecutivo risponde Dario Franceschini, ministro dei Rapporti con il Parlamento: “Se il Copasir ci chiederà un’audizione, il governo andrà ovviamente a riferire“.
A Stucchi fa eco il vicepresidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. “Non solo l’Italia sta perdendo quote di potere economico, ma adesso rischia di non poter più controllare porzioni di sicurezza nazionale”, dice il senatore Pdl Giuseppe Esposito in un’intervista a Libero. “Attraverso la rete fissa di Telecom passano tutti i dati sensibili relativi alle comunicazioni di ambasciate e ministeri, il governo deve intervenire per salvaguardare i processori di sicurezza nazionale. Chiedo a Palazzo Chigi una task force per monitorare quanto sta accadendo nei grandi gruppi che stanno per finire in mani straniere. Dalla rete passano tutte le comunicazioni strategiche del Paese”.
Le compagnie telefoniche ricoprono un ruolo fondamentale nella gestione di dati sensibili. Basti pensare alla collaborazione con la magistratura e con le forze dell’ordine per permettere le intercettazioni delle utenze legate a un’indagine. La stessa Telecom proprio su questo fronte ha fatto un discreto scivolone finito al centro della bufera giudiziaria concentrata attorno alla figura di Giuliano Tavaroli. Nel periodo in cui era capo della security dell’azienda all’epoca presieduta da Marco Tronchetti Provera, è stata portata avanti una vasta operazione di dossieraggio a danno di oltre 4mila persone e 132 società spiate illegalmente.