Ho letto qualche giorno fa un’intervista a Bernardo Bertolucci sulla famosa scena di sodomia in Ultimo Tango a Parigi, quella famosa scena del burro, per intenderci. Il regista confessava che quell’idea era venuta a lui e a Marlon Brando la mattina mentre facevano colazione e spalmavano di burro una baguette, si sono guardati con uno sguardo di complicità e insieme hanno deciso la famosa scena, senza concordarla con l’allora molto giovane Maria Schneider che si è ritrovata sul set ad affrontare qualcosa che lei non voleva fare, ma essendo così giovane non aveva avuto il coraggio di rifiutarsi, “potevo chiamare l’avvocato, o il mio agente, ma non lo sapevo”, dichiarò lei molto tempo dopo e quella scena segnò tutta la sua vita e mai perdonò Bertolucci per quella che lei ha sempre definito una violenza.
E’ vero, ci sono stati molti registi che usavano questa tecnica, specie nell’epoca del neorealimo, per rendere più verosimili le scene, ma la scena di uno stupro, anche se nella finzione, non è una scena come le altre, e approfittare di una attrice di 19 anni rimane a mio avviso un atteggiamento ignobile.
Ma quello che mi ha infastidito di più di quella intervista è stata la sua dichiarazione: “Lei aveva un’intelligenza istintiva, non aveva i mezzi per filtrare quello che è successo”. Ecco, questo mi ha, personalmente irritato. Che cosa vuol dire? Che “l’Arte” le stava proponendo era molto più alta di ciò che lei era in grado di comprendere? Maria Schneider ha sempre detto di aver subito quell’umiliazione dello stupro e le lacrime che versava in quella scena erano vere, a me basta questo.
“Nessun tribunale potrà condannarmi per questo” dice, è vero nessun tribunale lo condannerà, ma almeno mi lasci dire che dalla parola “stronzo” nessuno è al riparo, nemmeno un grande regista come Bertolucci e un grande attore come Marlon Brando.