L'ambasciatore del Kazakistan e altri due rappresentanti dell'ambasciata sono stati iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di sequestro. Sarà accertata la responsabilità dei funzionari del Viminale e della Questura di Roma. Rinviato l'esame della richiesta di scarcerazione di Ablyazov
Dopo la denuncia di Madina Ablyazova, figlia maggiore dell’ex oligarca kazako Mukhtar, è arrivato anche il provvedimento ufficiale dei pm di Roma. Andrian Elemessov, ambasciatore dell’ex repubblica sovietica, insieme ai due funzionari – il consigliere per gli affari politici, Nurlan Khassen, e l’addetto agli affari consolari, Yerzhan Yessirkepov – sono stati iscritti nel registro degli indagati della procura di Roma. L’accusa è di sequestro aggravato. Il 31 maggio scorso hanno infatti messo a punto, insieme ai funzionari italiani, una specie di extraordinary rendition di Alma Shalabaeva, moglie di Ablyazov, e di sua figlia Alua di 6 anni. E’ proprio la minore età della bambina a costituire l’aggravante.
Le iscrizioni costituiscono un atto dovuto proprio alla luce della denuncia penale. E’ probabile che i tre diplomatici possano essere convocati a breve in procura per essere interrogati. Ieri l’avvocato Astolfo Di Amato, legale di Madyna Ablyazova, ha spiegato che con l’atto depositato in procura, oltre alla denuncia contro i tre funzionari dell’Ambasciata kazaka, si chiede al procuratore Giuseppe Pignatone e al sostituto Eugenio Albamonte di accertare se i funzionari del Viminale e della Questura “abbiano tenuto comportamenti contro la legge nella vicenda dell’espulsione della donna e della figlioletta”. L’inchiesta sulla vicenda è affidata al pubblico ministero Eugenio Albamonte il quale dovrà ora valutare se le persone che hanno attuato l’espulsione abbiano violato la legge soprattutto per quanto riguarda la figlia minore della Shalabayeva.
Intanto Mukhatr Ablyazov rimane sottoposto alla carcerazione preventiva in Francia. La corte d’appello di Aix-en-Provence che doveva pronunciarsi il 26 settembre in merito a una nuova domanda di scarcerazione dell’ex ministro kazako dell’Energia ha rimandato l’esame al 3 ottobre. “Siamo cautamente ottimisti”, ha detto uno dei suoi avvocati, Bruno Rebstock, che punta all’uso del braccialetto elettronico per il suo assistito. Ablyazov è detenuto in Francia dopo il suo arresto, il 31 luglio scorso, in una villa di Mouans-Sartoux, nel sud del Paese. Il 5 dicembre la Francia esaminerà la sua richiesta di estradizione da parte dell’Ucraina. L’esame è stato rinviato a dicembre, in quanto le carte sono arrivate ai giudici di Aix-en-Provence con un certo ritardo rispetto a quanto previsto. La giustizia francese ha anche chiesto alle autorità di Kiev di fornire una traduzione in russo di questi documenti, depositati in ucraino e francese, visto che Ablyazov “non parla queste due lingue”, ha sottolineato Rebstock. Oltre all’Ucraina c’è anche la Russia e il Kazakistan a chiedere l’estradizione di Ablyazov in merito alle accuse di frode e riciclaggio per un’importo di 70 milioni di dollari ai danni della banca Bta. Alla domanda dell’Ucraina viene data la precedenza, visto che il Kazakistan non ha un accordo di estradizione con la Francia, mentre nel caso della Russia ci sono alcuni limitazioni.