Dalle intercettazioni dell'inchiesta sulla mala dello scalo romano viene fuori una trattativa tra gli avvocati dello studio dell'ex ministro dell'Economia e il senatore Donato Bruno (Pdl). A quest'ultimo venne promessa una lauta ricompensa per mediare la vendita del porto privato alla società pubblica Invitalia
Siamo uomini di mondo e quindi devi far capire al senatore Donato Bruno che il patron del porto di Ostia sarà molto riconoscente e farà tanti ringraziamenti a quello che lui incontrerà, quello che deve decidere. A parlare così nel marzo 2013 della trattativa per far entrare una società pubblica, Invitalia, in un porto privato, quello di Ostia, non sono due faccendieri ma l’avvocato Dario Romagnoli e un commercialista, due soci del maggiore studio fiscale italiano: quel Tremonti, Vitali Romagnoli, Piccardi, fondato dall’ex ministro dell’economia che è anche il proprietario della splendida sede milanese in via Crocifisso. Se si vuole respirare in diretta il conflitto di interessi dei politici-avvocati, bisogna ascoltare le telefonate intercettate nell’indagine sulla mala di Ostia dal pm Ilaria Calò. L’inchiesta della Squadra Mobile guidata da Renato Cortese era partita dalla denuncia del presidente del porto Mauro Balini per le minacce ricevute ad agosto 2012. Intercettando i telefoni però era emerso che Balini, secondo il Gip D’Alessandro, aveva “molto da nascondere attese le sue interessenze inquietanti con ambienti malavitosi”. Balini non è indagato, ma quando parla con Romagnoli di un documento da falsificare, il pm Calò decide di intercettare Romagnoli. Così si scopre il tentativo di due membri dello studio Tremonti & Co. di aiutare Balini a cedere il porto alla società pubblica Italia Navigando del gruppo Invitalia. L’ex presidente della commissione affari costituzionali e attuale senatore, Donato Bruno del Pdl, viene coinvolto dai due professionisti per agganciare l’amministratore di Invitalia, Domenico Arcuri. E il manager, confermato dal Governo Letta quattro mesi dopo quell’incontro, va allo studio del senatore-avvocato in Piazza Barberini per incontrare Balini, Romagnoli e Bruno.
Tutto inizia il 6 febbraio del 2013. La Polizia intercetta Romagnoli che parla con il suo socio “incaricato da Romagnoli di promuovere la vendita del Porto di Roma di proprietà di Mauro Balini”. Il commercialista spiega a Romagnoli che alle 17 vedrà Donato Bruno e gli farà vedere la brochure del porto e organizzerà un incontro con quelli di Italia Navigando, società controllata da Invitalia che si occupa di porti. Il socio dice che “Bruno tra l’altro è molto amico di Arcuri, l’amministratore delegato, ed è molto amico del Prof (Tremonti Ndr)”. Balini ha già incontrato due volte in passato quelli di Italia Navigando e fa presente a Romagnoli che “loro sono interessati ad acquistare il tutto a un prezzo bassissimo”. Balini però pensa di avere un asso nella manica proprio nei rapporti politici del suo interlocutore e dice a Romagnoli: “delegherei o te o l’advisor a rappresentarmi in quanto quelli di Italia Navigando sono molto scaltri”. Il commercialista il 4 marzo organizza l’incontro a studio Bruno e spiega a Romagnoli che “avranno a disposizione dalle 16,45 alle 18 quando arriverà Arcuri. Invita Romagnoli a venire prima da solo per conoscere Donato Bruno, dopo farà venire il cliente Balini e aspetteranno Arcuri”. Il 5 marzo dopo l’incontro l’uomo dice a Romagnoli che ha avuto “un riscontro positivo, aggiungendo che rispetto alle altre riunioni che aveva fatto, ha visto Arcuri molto più aggressivo e deciso”. Il 24 marzo Romagnoli gli dice che ha fissato un altro incontro per il 4 aprile. La trattativa entra nel vivo e qui si parla dei ‘ringraziamenti per chi deve decidere’ che allertano l’attenzione della Polizia.
Romagnoli: volevo dirti una cosa.. capiscimi al volo.. se riesci prima a beccare Donato.. gli devi cercar di far capire essendo, io penso, lui uomo di mondo non avrà difficoltà a capire che, evidentemente, che il mio amico… cioè è capace di ringraziare capito chi poi deve decidere
Commercialista: certo, è chiaro,
Romagnoli: capito. Gli fa tanti ringraziamenti.. capito?
C: chiarissimo, va bene
R: però bisogna dirglielo prima, bisogna farglielo capire.. se lui ha confidenza, se Donato ha confidenza e riesce a parlarci deve cercar di far capire in qualche modo questa cosa
C: certo, non ti preoccupare
Il 26 marzo il professor Ernesto Somma, già direttore generale della Presidenza del Consiglio, che la Polizia definisce “collega di Arcuri” chiama lo studio Romagnoli, e i due concordano un incontro con Balini e l’ad di Italia Navigando, Paolo Gualtieri “che ha per oggetto il porto” per il 4 aprile nella sede di Invitalia in via Calabria. Il 26 marzo 2013 arriva un sms a Romagnoli: “Immaginavo, ieri abbiamo sollecitato Arcuri. Ciao”. La Polizia suggerisce al Pm di approfondire la vicenda. Romagnoli al Fatto dice: “La trattativa con Invitalia non è arrivata a nessuna conclusione. E i ringraziamenti non alludevano a nulla di illecito. Forse mi riferivo all’onorario per Bruno, che fa anche l’avvocato”. Al Fatto che gli chiede conto della riunione nello studio di Bruno, Arcuri replica: “Niente di strano. Sono stato chiamato da un parlamentare, che mi ha chiesto di verificare la fattibilità di un’iniziativa. Sono andato a sentire e ho girato la pratica agli uffici preposti. Non se ne è fatto nulla. Non ho mai ricevuto alcuna offerta di ringraziamenti. Nessuno si sarebbe azzardato”.
Dal Fatto Quotidiano del 22 settembre 2013