Ennesima giornata di protesta nella Repubblica del Titano: un terzo della popolazione manifesta contro la riforma tributaria. "In Italia dipingete il nostro Stato come un luogo da sogno dove tutti girano in Ferrari, ma i macchinoni li possiede solo il 2% della popolazione"
E’ la Primavera del Titano. A San Marino si susseguono oramai da diversi giorni manifestazioni anti tasse. Dopo l’occupazione della piazza centrale, proprio di fronte al palazzo del governo, con ben 8mila persone (cioè oltre un terzo degli abitanti) a urlare contro le politiche fiscali dell’esecutivo, i manifestanti risalgono in queste ore il “Pianello” per dimostrare nuovamente la loro rabbia e chiedere le dimissioni del governo. Ieri (25 settembre) durante la manifestazione indetta dai sindacati (la Confederazione democratica lavoratori sammarinesi e la Confederazione sammarinese del lavoro) la rabbia si è scaricata in una vera e propria “carica” al palazzo, contenuta a stento dai gendarmi. Urla, spintoni, calci e gomitate in un’atmosfera pesantissima con tanto di membri dell’esecutivo scappati dal tunnel sotterraneo che collega la sala del governo ad un punto di salvezza lontano diversi chilometri.
Uova e bottigliette d’acqua anche contro i consiglieri che invece non sono riusciti a fuggire, colpevoli per la folla imbestialita di aver aumentato indiscriminatamente le tasse: “L’estate scorsa all’improvviso hanno introdotto una patrimoniale poi subito ritirata dopo gli evidenti errori di calcolo nell’applicarla in proporzione uno a cinque – spiegano dal comitato “Vedo Sento Parlo Partecipo” – poi l’introduzione di una folle riforma tributaria che in un colpo ha eliminato la No Tax Area per le famiglie più deboli e ha introdotto una tassa del 10% sui redditi senza distinzione tra quelli altissimi e le famiglie più povere”. “In Italia dipingete San Marino come un luogo da sogno dove tutti girano in Ferrari – racconta – ma i macchinoni li possiede solo il 2% della popolazione, il rimanente 98% è strangolato da questi provvedimenti”.
Le manifestazioni hanno portato comunque ad alcuni frutti. I sindacati, infatti, sono stati convocati dall’esecutivo del Titano lunedì 30 settembre per discutere “di una serie di sostanziali modifiche da apportare al progetto di legge”. “Noi non vogliamo accordi, ma le dimissioni dei consiglieri subito – continuano da “Vedo Sento Parlo Partecipo” – vogliamo nuovi rappresentanti che lavorino su un testo di maggiore equità fiscale, giustizia sociale e trasparenza negli accertamenti fiscali. Vogliamo che il buco di bilancio lo paghino tutti e in proporzioni diverse a seconda di chi ha di più e chi di meno. Un 10% indiscriminato per chi dichiara 90mila euro significa cancellare la vacanza a Saint Moritz, per chi ne dichiara 12mila è una tragedia”.
Una protesta che però, tengono a precisare i comitati, è politicamente trasversale: “Tra di noi ci sono operai, impiegati, artigiani e piccoli imprenditori. I partiti di opposizione ci hanno dato una mano per sapere date e ore in cui si riunivano le commissioni che altrimenti non avremmo saputo. Siamo uniti nelle differenze perché la nostra è rabbia vera”. “Veniamo da quattro anni in cui il nostro Stato è stato nel regime della black list per proteggere i soliti nomi della politica. Siamo esasperati. Fatichiamo a capire se viviamo ancora in una repubblica o una dittatura”.