Sandro Ruotolo precisa con chiarezza i movimenti di denaro verso Hong Kong e tra le richieste di rogatoria si scopre come sia invischiato anche il senatore De Gregorio ed un suo possibile incontro con il console De Pedis nel 2007
- 00:12 - Ue, von der Leyen bis in carica con 370 voti: minimo storico e gruppi spaccati
Strasburgo, 27 nov. (Adnkronos) - Malgrado le trattative febbrili della vigilia, la Commissione von der Leyen bis non ha raggiunto la soglia dei 401 voti a favore, quelli che aveva preso la presidente poco più di tre mesi fa. Il pallottoliere a Strasburgo ieri si è fermato ben al di sotto: il nuovo esecutivo Ue è stato eletto dal Parlamento Europeo con 370 voti a favore, 282 contrari e 36 astenuti, su 688 votanti. La maggioranza è del 53,77% sui voti espressi, la più bassa di sempre, e appena del 51,46% se la si calcola sul numero dei componenti dell’Aula (719). Si tratta però di calcoli che lasciano il tempo che trovano, poiché bastava la maggioranza relativa, cioè un voto favorevole in più di quelli contrari (gli astenuti sono ininfluenti).
E’ un fatto politico, tuttavia, che dal 18 luglio scorso ad oggi, dopo l'apertura all'Ecr avvenuta nel frattempo, il collegio scelto dalla presidente rieletta ha preso ben 31 voti in meno. Trecentosettanta voti a favore sono il minimo storico, da quando la Commissione viene eletta dal Parlamento. La von der Leyen uno era stata approvata con 461 voti a favore, 157 contrari e 89 astensioni, nel novembre del 2019. Il numero di voti favorevoli ricevuti ieri è il più basso mai registrato: la Commissione Santer nel 1995 aveva ottenuto 417 sì; il collegio guidato da Romano Prodi ne aveva presi 510; la Barroso uno 478, la Barroso due 488, la Commissione Juncker 423.
Come se non bastasse, il voto sulla nuova Commissione ha spaccato molti gruppi parlamentari, che si sono “spappolati”, secondo la definizione dell’eurodeputato Cinquestelle Gaetano Pedullà. Il Ppe ha votato massicciamente a favore, inclusi gli italiani di Forza Italia, ma ha perso il Pp spagnolo, impegnato in una ‘corrida’ contro la vicepresidente Teresa Ribera, del Psoe, e gli sloveni dell'Sds, il partito dell’ex premier Janez Jansa, che hanno votato contro, più 2 astenuti. Il grosso dei Socialisti e Democratici ha votato a favore della nuova Commissione, incluso il Pd, ma il gruppo ha registrato 25 contrari (tra cui due indipendenti eletti con il Pd, Cecilia Strada e Marco Tarquinio) e ben 18 astenuti.
Compatti i Patrioti, che hanno votato tutti contro, inclusa la Lega e gli ungheresi di Fidesz. Tutti no anche dai membri della Left, inclusi gli italiani del M5S e di Avs. Si sono schierati per il no anche i deputati dell'Europa delle Nazioni Sovrane, il gruppo di Alternative fuer Deutschland, la destra della destra. I Liberali di Renew hanno votato massicciamente a favore, con sei astenuti. I Conservatori dell'Ecr, come annunciato dal copresidente Nicola Procaccini che ha confermato la libertà di voto per i suoi eurodeputati (come era avvenuto nel 2019), si sono divisi: tra i favorevoli Fratelli d'Italia, i belgi dell'N-Va e i cechi dell'Ods; tra i contrari i polacchi del Pis; si contano anche 4 astenuti. Tra i Conservatori, sono più gli eurodeputati che hanno votato contro (39) la nuova Commissione rispetto a quelli a favore (33).
Spaccati i Verdi: tra i 27 favorevoli spiccano i Gruenen tedeschi, prima delegazione del gruppo; tra i contrari, una ventina, figurano anche gli italiani Ignazio Marino, Benedetta Scuderi e Leoluca Orlando. Ci sono anche sei astenuti. I voti di una stretta maggioranza degli ecologisti sono arrivati dopo che Ursula von der Leyen ha annunciato di aver nominato l’ex copresidente del gruppo Philippe Lamberts come proprio consulente per il Green Deal.
Guardando al voto attraverso il prisma della politica italiana, che a queste latitudini può risultare ingannevole perché nel Parlamento Europeo le dinamiche sono diverse da quelle nazionali, si sono spaccate sia la maggioranza che l’opposizione. Nella prima, Fdi e Fi hanno votato sì, la Lega no; nella seconda, il Pd ha votato sì, tranne due indipendenti, gli altri hanno votato contro. Sia il capodelegazione di Fdi Carlo Fidanza che quello del Pd, Nicola Zingaretti, hanno negato che i voti contrari alla Commissione espressi, rispettivamente, dalla Lega e dal M5S costituiscano un problema politico per i rispettivi partiti. Von der Leyen, dopo il voto, ha fatto buon viso a cattivo gioco: oggi, ha detto, “è un buon giorno per l’Europa. Il voto dimostra che il centro tiene”. Per Letizia Moratti, di Forza Italia, non ci sono “rischi di instabilità” per la nuova Commissione e i numeri sono imparagonabili con quelli di cinque anni fa perché “il mondo sta cambiando rapidamente”.
Di fatto, però, la maggioranza è uscita numericamente indebolita dall’apertura all’Ecr decisa da Manfred Weber, leader del Ppe, e assecondata da Ursula von der Leyen, con la nomina a vicepresidente esecutivo di Raffaele Fitto. Ciò nonostante, c’è chi sostiene che l’obiettivo dell’operazione non sia numerico, bensì eminentemente politico: quello di dividere le destre, sottraendo a quel fronte una parte dell’Ecr, quella al governo e quindi dialogante per definizione, oggi costituita da Fratelli d’Italia, dai cechi dell’Ods e dall’N-Va, che dovrebbe arrivare al potere in Belgio con Bart de Wever. E’ anche un fatto, come ha ricordato Nicola Procaccini, copresidente dell’Ecr, che nel Parlamento Europeo “non ci sono vincoli di maggioranza”, dato che le maggioranze si formano di volta in volta sui singoli dossier.
Fitto, anche ieri attaccato ripetutamente in Aula da sinistra, ha affermato via social che ora occorre "lavorare" in modo unitario, per il bene dell'Ue. Il capodelegazione del Pd Nicola Zingaretti, dal canto suo, si è augurato un “radicale ripensamento” della strategia da parte di Manfred Weber, visto che la maggioranza, anziché allargarsi, si è ristretta, perdendo molti pezzi per strada. Il politico bavarese ha rivendicato in Aula la sua strategia, definendo AfD, Fidesz e il Rassemblement National dei “nemici politici”, e promettendo che non permetterà loro di distruggere “la mia Europa”. E’ un fatto, comunque, che nel Parlamento uscito dalle europee dello scorso giugno la destra pesa eccome e condiziona il processo legislativo: Zingaretti ha invitato a ricordare sempre che nell’Aula ci sono “duecento” deputati “di estrema destra”, che si fanno sentire.
E continueranno a farsi sentire, ha assicurato Carlo Fidanza, capodelegazione di Fdi: “Giocheremo la nostra partita su ogni singolo dossier, perché sappiamo che i numeri qui dentro sono cambiati”, ha detto. "I programmi, le lettere di missione, tutto quello che è stato fino ad oggi non dico che è come se non esistesse più, ma rimane un punto di riferimento che dovrà calarsi nella realtà democratica di un'Aula che ha dei numeri diversi”. E Procaccini, chiudendo un punto stampa dopo il voto, non ha nascosto la propria soddisfazione: “Andiamo a fare un brindisi: ce lo siamo meritato”, ha detto ai membri della sua delegazione.
- 21:15 - Palermo: truffa a Inps con falsi invalidi, cinque condanne
Palermo, 27 nov. (Adnkronos) - La terza sezione del tribunale di Palermo ha condannato a otto anni Antonino Randazzo, 61 anni, con l'accusa di avere truffato l'Inps, che per anni avrebbe pagato pensioni a falsi invalidi le cui pratiche erano state inventate e combinate da lui. Pene più basse per gli altri quattro condannati: un anno e sei mesi per Grazia Nolfo e 4 mesi ciascuno per Filippo Accardo, Angela Saitta e Giuseppe Sapienza.
- 20:40 - Calcio: Del Piero e la presidenza Figc, 'disponibile a parlarne ma con spirito di squadra'
Roma, 27 nov. (Adnkronos) - "Candidatura alla presidenza della Figc? La situazione è molto semplice, io non mi sono alzato la mattina ed ho deciso di candidarmi, anche perché bisogna essere candidato da qualcuno. Nessuna delle componenti al momento mi ha chiesto di ricoprire questo ruolo, se non ti invitano non puoi presentarti da solo. A me piace ascoltare, parlare, informarmi, da uomo di calcio mi informo di tutto e seguo tutto. E' ovvio che una situazione del genere eventualmente deve essere presa con uno spirito di squadra diverso. Io sono stato accostato ad una frangia rispetto ad un'altra, io non sono quel tipo di persona". Lo ha detto Alessandro Del Piero, ex calciatore della Juventus, in diretta dagli studi di Sky Sport, in merito alla sua possibile candidatura per le prossime elezioni alla presidenza della Figc.
"L'esperienza con il mister (Capello ndr.) ci ha visto vincenti e la squadra è fondamentale. Non è che un omo o una donna cambiano le dinamiche, deve esserci una squadra e lo spirito di squadra per arrivare dove si vuole arrivare. Per la nazionale tutti abbiamo dato l'anima, io ho anche vinto un Mondiale, non voglio mettermi a far casino. Da qui a dire che è no, non è vero. Bisogna sedersi al un tavolo e vedere e capire certe dinamiche, ad oggi non c'è nulla di concreto. Al momento mi aspetto di essere presidente di questo tavolo. Nessuna delle componenti neanche l'Aic mi ha chiesto nulla", ha aggiunto Del Piero. Poi nel finale siparietto con il tecnico della Roma Claudio Ranieri sul tema: "tu qualsiasi cosa faccia la farai bene, sei un ragazzo troppo intelligente", ha detto Ranieri.
- 20:33 - Dl fiscale: doppio inciampo governo su canone Rai e sanità, ira Meloni 'così ci facciamo male'/Adnkronos
Roma, 27 nov. (Adnkronos) - Un pasticcio. Che poteva essere evitato. A Giorgia Meloni, raccontano, non sarebbe affatto andato giù il doppio passo falso della sua maggioranza al Senato con il governo battuto una prima volta in commissione Bilancio sul canone Rai (Forza Italia ha votato con l'opposizione contro la riduzione del contributo per la tv pubblica da 90 a 70 euro fortemente voluto da Matteo Salvini) e una seconda volta, sempre a palazzo Madama, su un emendamento sulla sanità calabrese firmato dal senatore azzurro Claudio Lotito, evidente fallo di reazione della Lega. Un inciampo che "non giova a nessuno", filtra da Palazzo Chigi a stretto giro dal primo incidente di giornata.
La premier, riferiscono fonti parlamentari, sarebbe rimasta molto infastidita da quanto accaduto, per aver dato l'immagine di superficialità e litigiosità a pochi giorni dal vertice di domenica scorso, dove avrebbe chiesto e strappato ai suoi alleati la promessa di evitare polemiche e forzature su temi divisivi. Da qui la freddezza nei confronti di Antonio Tajani, percepita stamane al Med Dialogues (rapida stretta di mano, ndr) -"se abbiamo trovato l'accordo per un cessate il fuoco in Libano possiamo farlo pure sul canone Rai", ha tagliato corto la premier con i cronisti, derubricando le frizioni "in schermaglie", nulla di "particolarmente serio". Ora bisogna andare avanti e lasciarsi tutto alle spalle in fretta, concentrarsi sui prossimi impegni, la linea che filtra infatti da Palazzo Chigi. Dove, assicurano, non figurano in agenda nuovi vertici di maggioranza: "lasciar decantare e guardare avanti, il presidente tira dritto", confermano fonti parlamentari vicine a Meloni.
Sul canone Rai ci sarebbe stato un combinato disposto di fattori, che avrebbero portato all'incidente, esponendo di nuovo il centrodestra all'ennesimo scivolone. Nella coalizione, insomma, si respira un clima di tutti contro tutti. C'è chi se la prende con il sottosegretario al Mef Lucia Albano, che forse avrebbe potuto fare di più per evitare il patatrac finale; chi invece accusa i leghisti di aver fatto una forzatura, violando il 'patto di non belligeranza' firmato chez Giorgia e chi, infine, se la prende con gli azzurri, che avrebbe potuto lasciare l'Aula o comunque scongiurare il patatrac.
Raccontano che il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, abbia mediato fino alla fine. Tante le soluzioni che ha provato a mettere in campo, andando oltre l'invito ad accordarsi tra alleati. Ma nessuna ipotesi, durante i vertici di maggioranza a Palazzo Madama, ha portato a superare l'impasse. Da ultimo, questa mattina, l'influenza ha tenuto lontano dalla Commissione Bilancio lo stesso Ciriani, mettendolo fuori gioco per un tentativo di conciliazione in extremis.
Antonio Tajani dice chiaramente che la "posizione di Fi non è mai cambiata": ''L'abbiamo detto sin dall'inizio che era sbagliato spendere 430 milioni euro per una partita di giro. Invece di tagliare il canone Rai che costa 50 centesimi al cittadino italiano, con quei 430 milioni di euro facciamo un'operazione per tagliare sul serio le tasse". Il ministro degli Esteri immaginava di ''metterli in un pacchetto dell'Irpef aggiungendoli a quelli del concordato fiscale o si poteva usarli per la sanità''.
Dietro il 'no' del partito forzista al 'taglio', chiarisce ancora una volta il vicepremier, non c'è la famiglia Berlusconi, nè Piersilvio, nè Marina. ''Sono grande e grosso, ho 70 anni, ma vi pare che prendo ordini da qualcuno?'', si sfoga il segretario nazionale di Fi, che aggiunge: ''Tanto, è inutile che vi dico delle cose, tanto scrivete sempre quello che volete... Così sulle banche, ora sul canone Rai: ogni cosa che facciamo, la facciamo perché c'è qualcuno che ci dice cosa dobbiamo fare...".
A chi dentro Fdi manifesta irritazione, Fi fa sapere di non aver certo forzato la mano. Abbiamo sempre detto 'no' al taglio del canone Rai, non lo si scopre adesso, fa sapere un big forzista a mezza bocca, che ricorda come all'ultimo vertice i leader centrodestra avevano detto che su temi divisivi, come la Rai, bisognava evitare di alimentare tensioni. "La sforbiciata al canone andava evitata lo scorso anno, quando è stata introdotta -spiega una fonte di Fdi- ormai è deleterio tornare indietro, per questo abbiamo deciso di votare a favore". I Fratelli d'Italia rimarcano inoltre di aver tenuto fede anche all'impegno sull'altro emendamento, sulla sanità calabrese, poi affossato dai leghisti che hanno così mandato di nuovo sotto il governo. Una 'risposta' che i meloniani non avrebbero gradito, men che meno la presidente del Consiglio. Salvini dice di ''non aver sentito Tajani (''avrà da fare, anche io ho da fare" ma "ci messaggiamo") e tira in ballo Silvio Berlusconi: ''Ricordo che Berlusconi riteneva che il canone fosse una tassa, una gabella" ma "non da cancellare".
- 20:20 - Disabili: Conte, 'in manovra briciole, battaglia M5S per pari opportunità'
Roma, 27 nov. (Adnkronos) - "Troppe persone si sentono dimenticate ed emarginate. Troppe persone si ritrovano sempre più in difficoltà, nell’indifferenza generale. Oggi con la senatrice Elisa Pirro abbiamo incontrato le associazioni che si battono per i diritti delle persone affette da sordocecità. Chiedono risposte: le protesi acustiche costano il 30% in più rispetto alla media europea; bisogna uniformare i livelli di assistenza a livello territoriale e per i meno abbienti; la classificazione della sordo-cecità andrebbe effettivamente considerata come un’unica disabilità; la legislazione va adeguata". Così su Facebook il presidente del M5S Giuseppe Conte.
"In manovra sulla disabilità ci sono briciole e il Governo taglia i servizi e definanzia la sanità. Fra le nostre proposte principali ci sono 600 milioni in più sul fondo per chi non è autosufficiente e una proposta di legge per tutelare i caregiver che sacrificano la propria vita per assistere i propri cari giorno e notte. “Le persone con disabilità non chiedono favori, ma pari opportunità” ci hanno detto oggi. Per questo ci battiamo", conclude Conte.
- 19:30 - E.Romagna: presto incontro Meloni-De Pascale, piena disponibilità
Roma, 27 nov. (Adnkronos) - Si vedranno presto, nelle prossime settimane, il neo governatore dell'Emilia Romagna Michele de Pascale e la premier Giorgia Meloni. Tra i due, confermano fonti di P.Chigi, una telefonata cordiale e la piena disponibilità a cooperare per il futuro della Regione.
- 18:56 - Ue: Malan, 'orgoglioso di Fitto, farà ottimo lavoro in Europa'
Roma, 27 nov. (Adnkronos) - "È con grande orgoglio che rivolgo sincere congratulazioni a nome mio e di tutto il gruppo di Fratelli d’Italia in Senato a Raffaele Fitto, nuovo vicepresidente esecutivo della Commissione europea. Fitto ha svolto con grande impegno e dedizione il ruolo di ministro degli Affari europei del governo Meloni, garantendo grandi risultati e assicurando all’Italia una gestione efficiente dei fondi del Pnrr. A lui vanno i nostri migliori auguri di buon lavoro, certo che svolgerà la sua nuova posizione con determinazione e senso di responsabilità. La sua nomina è il frutto del grande operato di Giorgia Meloni a Bruxelles. Siamo di fronte a un capolavoro diplomatico e politico di un governo che in due anni è riuscito a rilanciare l’immagine dell’Italia nel mondo". Lo dichiara il presidente di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan.