Non ditelo ad Angela Merkel che l’antica Maison Meissen, fiore all’occhiello della manifattura sassone, ha trasferito il suo quartier generale dalla terra teutonica nel quadrilatero della moda milanese. Va bene che la cancelliera, neoeletta per il terzo mandato, è europeista, ma intanto Villa Meissen ha scelto una prestigiosa sede con soffitti a volta affrescati addirittura da Raffaello e cortile neorinascimentale. Tra le squisite porcellane in bella mostra, ci sono i bonzi cinesi che muovono le mani e tirano fuori la lingua come marionette settecentesche uscite dalla Wunderkammer (camera delle meraviglie) di qualche nobile prussiano.
In fila, in via Piave, per assistere alla sfilata di Dolce Gabbana durante la Settimana della Moda milanese e, girato l’angolo, in fila già dalle cinque del pomeriggio per un piatto di minestra alla mensa delle Opere di San Francesco in corso Concordia. Quanto mi sarebbe piaciuto se un big della moda avesse devoluto una parte dei costi sostenuti per le sfilate ad un’opera caritatevole della città. Si sarebbe potuto scrivere: oggi sfila il cuore.
Intanto Expo va di moda. E da Piazza Castello, a Milano, parte il Roadshow mondiale del “Il popolo del cibo” che porta la griffe dello scenografo tre volte premio Oscar Dante Ferretti. Figure grottesche e arcimboldesche che fanno sorridere anche un serioso come Giuseppe Sala, Commissario unico Expo. Prossima tappa New York dove Dante inaugura una sua mostra personale al MoMa. Dopo una principessa che si improvvisa stilista, Diana Von Furstenberg, anche Ira (Furstenberg) conquista la Milano modaiola. “Sua altezza serenissima”, principessa due volte, per nascita e per matrimonio, era da un pezzo poco presente sulla scena. Una ribalta che invece ha avuto per tutta la vita, all’insegna di passioni e trasgressioni (fece anche la valletta a Sanremo), una vita fatta di splendori e di dolori ecumenicamente vissuti. Ha modernizzato la mondanità anni ’50, con il debutto precocissimo da sposa bambina a 15 anni, in una nuvola di tulle bianco, con il principe Alfonso Hohenlohe che aveva il doppio dei suoi anni, ma anche sguardo e baffo malandrino. Al museo Bagatti Valsecchi, Ira mescola crocifissi e calici, teschi e Buddha, cristalli di rocca e marmi intarsiati tra il “Sacro e Profano”, come il recita il titolo della mostra.
Teniamolo d’occhio Marco De Vicenzo, promettente stilista trentenne. I suoi tessuti “cinetici” si ispirano ai pixel del computer. Figlie d’arte crescono e spiccano il volo come Gaia Trussardi che disegna la sua prima collezione donna ispirata ai personaggi un po’ dark di David Linch. Lei, però, è bella e solare. E, quando esce sulla passerella di famiglia, sembra una modella. Che contrasto con i nuovi mostri da parterre. Dove una volta sedevano le divine, da Kate Blanchet a Monica Bellucci, oggi siedono velone e velini. Siamo a corto di testimonial: invitiamo Panariello e la Gelmini. E l’ex ministra, che sfoggia un occhiale blu elettrico, si lustra l’ego.