Se una cosa non vi aspettereste mai da Francesco Vignarca, il coordinatore nazionale della Rete italiana per il disarmo, è che vi parli entusiasticamente degli F-35 di cui il nostro ministro Mauro vorrebbe comperarne 91, e magari qualcuno di più. Mutatis mutandis, non vi aspettereste neppure che l’amministratore delegato di Finmeccanica, Alessandro Pansa, parli male dello stesso aereo davanti ai deputati della commissione Difesa. Oddio, parlarne male è una parola un po’ grossa. Diciamo che ne ha parlato con lo stesso entusiasmo con cui una sposina a cui hanno combinato il matrimonio affronta la prima notte di nozze.

Pansa ha ostentato il distacco di qualcuno che non è per nulla convinto. Anzi ha parlato dell’F-35 come di un programma che loro (Finmeccanica) hanno dovuto ingoiare controvoglia. Affermazioni tanto più rilevanti, perché qualche minuto dopo lo stesso Pansa si è speso in un intenso elogio dell’Eurofighter, il caccia a cui i nostri generali non vogliono invece più tanto bene, al punto che intenderebbero rottamarne una ventina nuovi di pacca.

Interno giorno, l’aula della commissione Difesa della Camera (video). Al centro il titubante presidente Elio Vito (così timoroso da non controllare neppure se la sua pagina di Wikipedia è aggiornata, e non lo è), alla sua destra Alessandro Pansa con uno sterminato stuolo di accompagnatori. Di fronte, non visibili alla telecamera della webTv parlamentare, i deputati. Il patron di Finmeccanica viene audito sui sistemi d’arma delle nostre Forze armate. Si capisce subito che è uomo di buoni studi e di buone maniere. È rilassato, a volte spiritoso, convincente. A un certo usa un’espressione che definisce “marxiana” (con la x), “l’accumulazione accelerata del capitale”. E poco dopo recita con scioltezza padron ‘Ntoni dai Malavoglia (“chi vende non è più suo”, ma non sono sicuro che la sua citazione sia esatta).

Comunque, così convincente che alla fine dei suoi venti minuti (larghi) di relazione i deputati devono dichiarare il knock-out tecnico. I primi già iscritti a parlare chiedono tempo per approfondire. Poi qualcuno si riprende e parte qualche domanda. Tutto sommato innocua. Fino ad Airaudo, Giorgio, l’antagonista istituzionale di Marchionne, adesso deputato di Sel (a proposito, cosa ci faceva in commissione Difesa lui che fa parte della Lavoro?). Temprato da un quarto di secolo di confronti sindacali, il nostro gli butta là un paio di domandine. Una, insidiosa, sugli F-35.

Non so se Pansa la risposta se la fosse preparata. Io credo di sì, perché questa audizione è nata dopo il dibattito parlamentare sui caccia Lockheed. Certo, mentre parlava aveva l’aria di uno che si toglie i proverbiali sassolini dall’altrettanto proverbiale scarpa. Per l’F-35 “noi siamo solo degli esecutori” ha detto l’Ad di Finmeccanica. Esecutori? Ma non c’erano le straordinarie tecnologie che gli americani ci concedevano, bontà loro? E di seguito, un’altra stoccata: “non è certo con la fornitura di parti di aereo di grandi dimensioni che Finmeccanica può costruire il suo futuro di operatore tecnologico di avanguardia”. Ahi, che legnata. Chissà a Mauro quanto gli faranno male le gengive. E per finire il colpo di grazia: “ci riteniamo esecutori intelligenti delle scelte altrui”. Oddio: esecutori di scelte altrui. Neanche una parola sui diecimila posti di lavoro (oggi diventati seimila, ma destinati a scendere visto che è un bugia) promessi nell’ordine da Di Paola, Mauro e generali vari al seguito a cominciare da Debertolis, da poco pensionato ma che i guai ormai li ha fatti.

Di tutt’altro tono le parole sull’Eurofighter. Snobbato dai generaloni a cui invece brillano gli occhi per il buy American (tutti sanno che non si fa carriera in Aeronautica se non c’è la buona parola dello zio Sam), Pansa ha descritto questo caccia come frutto di una tecnologia totalmente europea, con il 20 per cento della struttura e il 50 per cento dell’elettronica realizzate da ditte italiane. E che, ha aggiunto (con la premessa di lasciare da parte un momento le questioni etiche, la guerra non piace neppure agli armaioli), “ha dato grande prova di sé nella vicenda libica”. Tiè!

Quasi di sicuro Pansa non ha visto il video della Lockheed in cui alcuni uomini e donne di Finmeccanica dicono meraviglie sul supercaccia. E gli intervistati non pensavano certo di sentire frasi come queste dal loro capo supremo. Sarebbero stati più prudenti. Essere smentiti due giorni dopo dal proprio amministratore delegato può essere pericoloso per la carriera. Ma chi lo avrebbe immaginato?

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