Angela Merkel si appresta a guidare un’altra “grosse koalition“. Il congresso della Spd a Berlino ha deciso infatti a grande maggioranza di avviare trattative con la Cdu-Csu per un governo di grande coalizione, alla testa del quale ci sarebbe ancora una volta la Cancelliera. Secondo quanto riportato dall’agenzia Dpa, ci sono stati nove voti contrari e tre astensioni. Il leader Sigmar Gabriel ha parlato di “una discussione molto tranquilla” alla riunione a porte chiuse, con la partecipazione di circa 200 delegati. Adesso sta alla Merkel riuscire a formare un nuovo governo, poiché la decisione del congresso non spiana automaticamente la strada a “trattative sulla coalizione”, ha aggiunto Gabriel.

Sulla grande coalizione, la direzione è favorevole ma il partito è diviso con la base riottosa e anche alcuni ‘big’ contro. Il leader si era murato al primo piano del Willy Brand Haus, la sede Spd, al riparo dai giornalisti, intento nell’opera diplomatica della sua vita: ricucire i brandelli di una finalità strategica combinata ad astuzia tattica, con gli umori disordinati di un partito sbrindellato dalla sconfitta alle urne. In caso positivo, la Germania avrà nel giro di qualche settimana un governo di larghe intese. Se fallisce, il partito sarà allo sbando, Gabriel dovrà dimettersi e si aprirà la guerra di successione.

Nel frattempo lo sfidante Peer Steinbrueck ha annunciato di volersi dimettere da tutti gli incarichi e di non ambire più a nessuna funzione nè nel partito nè nel gruppo parlamentare. Secondo il canovaccio intessuto oggi, la direzione proporrà di avviare primi colloqui sondativi con la Cdu-Csu la settimana prossima. La decisione dei massimi vertici è stata approvata anche dalla maggioranza dei 35 membri della direzione. In caso affermativo – come pareva stasera il trend – sarà formata una ‘commissione per sondare’, di cui dovrebbero fare parte Gabriel, il capogruppo Frank-Walter Steinmeier e la governatrice del Nord-Reno-Vestfalia, Hannelore Kraft. Sull’ avvio di trattative vere e proprie con la Merkel ci vorrà un altro ‘Konvent’, un congresso ristretto come quello odierno.

Nel frattempo, fino al Congresso regolare indetto a Lipsia per il 14 novembre, si terrebbe fra i 470mila iscritti una consultazione per esprimersi sul ‘contratto di coalizione’ negoziato durante le trattative con la controparte. Sarebbe questa la prima volta nella storia della Spd che si interpella la base per una ‘benedizione’ dell’accordo di governo negoziato. L’impressione al congresso della Spd era che lentamente, dopo lo shock del voto e dell’addio al sogno rosso-verde, il partito si stava riprendendo e realizzando che non ci sono molte alternative: o fare una grande coalizione col rischio di perdere voti alle prossime elezioni. O rifiutarsi, con la certezza di perderne ancora di più per avere dato prova di irresponsabilità davanti al Paese. Un sondaggio conferma infatti anche oggi che la grande maggioranza (58%) dei tedeschi desiderano una grande coalizione.

Prima del congresso, era partita un’offensiva di telefonate a 360 gradi in tutte le organizzazioni e cellule regionali per fare opera di persuasione ad ingozzare il boccone indigesto della Merkel. Di sicuro non c’è niente, solo che se, a conti fatti, la maggioranza degli iscritti dovesse bocciare l’accordo, la direzione e il leader sarebbero delegittimati e dovrebbero farsi da parte. La Spd sarebbe a pezzi e non ci sarebbe che lo scenario di elezioni anticipate con una prevedibile débâcle all’ arrivo. La tormentata ricerca comunque è solo all’inizio: “Nella Spd nulla funziona per ordine del Mufti o della Mutti”, ironizza il membro della direzione Ralf Stegner, vicinissimo a Gabriel, la “Cdu non ci prenderà a prezzo discount”. Nel frattempo, anche i Verdi hanno dato la disponibilità ad avviare colloqui con la Cdu-Csu, se arriverà un invito. Anche loro sono lacerati e alla ricerca di una nuova leadership. La prospettiva di un governo nero-verde sembra ancora più remota. Se tutto va male, non resta che il piano B: nuove elezioni, ovvero, come ha sintetizzato un delegato Spd, un “commando suicida”.

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