Sulla carta i lavori per garantire la sicurezza sono ultimati. Ma la realtà è diversa: sono bastate le piogge invernali per far sì che il distretto di Krasnodar sia finito sott'acqua. Motivo principale è la cementificazione della Mzymta e i rifiuti riversati nel suo bacino
Scene da apocalisse. E ecco quello a cui assisterebbero 1,2 milioni di turisti attesi a Sochi per le Olimpiadi se i giochi si tenessero non a febbraio del 2014, come previsto, ma adesso. La città dall’inizio della settimana è in ginocchio a causa delle intense piogge che hanno fatto straripare il più grande fiume locale, Mzymta. Chi dà la colpa alla stagione autunnale non ha evidentemente consultato i dati sulla distribuzione annuale delle precipitazioni nella città. Le statistiche meteorologiche parlano chiaro: il periodo più a rischio per le alluvioni è l’inverno, proprio quando si terranno le manifestazione sportiva. E intanto le autorità rassicurano. Dmitri Kozak, vicepremier responsabile per le Olimpiadi, ha dichiarato un anno fa che “tutti i lavori per la messa in sicurezza degli impianti olimpici in caso di inondazioni sono ultimati“.
Ma a Sochi ormai si tende a fidarsi sempre meno dei proclami ufficiali. Come quello del sindaco Anatoli Pakhomov, che a proposito del Forum internazionale per gli investimenti, kermesse frequentatissima da imprenditori di tutto il mondo, ha dichiarato: “Sarà una prova generale prima delle Olimpiadi”. Peccato che il Forum è iniziato proprio ieri (26 settembre), quando la città assomiglia a Venezia con l’acqua alta. E tra i blogger locali si scatena l’ironia. I tassisti, dicono, farebbero meglio a munirsi di gondole per portare in giro gli ospiti del Forum. E, aggiungono, durante i Giochi olimpici il ritorno dell’investimento ci sarà senz’altro. La zona della città più colpita dalle esondazioni è proprio quella attigua al Parco olimpico. Uno dei due comparti in cui si dividono gli impianti olimpici. Mentre il comprensorio sciistico si trova a Krasnaja Poljana, su in montagna, lo stadio Fisht, dove si terranno le cerimonie di inaugurazione e di chiusura dei Giochi, come anche le arene sportive e il villaggio olimpico, sono situati sul litorale del Mar Nero, vicino alla cittadina di Adler che fa parte dell’area metropolitana di Sochi.
Adler è ubicata proprio nei pressi della foce del fiume Mzymta che in questi giorni è straripato. Mentre il Parco olimpico si estende sulla sponda opposta del fiume, sulla Piana Imereti, che si protrae verso il confine russo con l’Abkhazia, territorio separatista georgiano. Ebbene, al momento si contano molti danni a causa dell’inondazione. Sono completamente invase dall’acqua le principale arterie della città che portano al quartiere olimpico. Sull’uscita della strada federale per il Parco Olimpico il livello dell’acqua ha raggiunto perfino i 2,5 metri. La compagnia che gestisce i lavori sostiene che la situazione è sotto controllo e che è in corso il pompaggio dell’acqua per ‘liquidare’ l’emergenza. E intanto sulla rete sono comparse le foto con i cartelli che ironicamente indicano la direzione per gli impianti sportivi. Ma là, dove prima c’era la strada, ora c’è un vero e proprio pantano.
Anche il nuovo terminal della stazione ferroviaria di Adler, quello costruito proprio per poter reggere al flusso previsto dei 20 mila passeggeri al giorno durante le Olimpiadi, è stato colpito dall’allagamento. Il piazzale davanti all’edificio è completamente inondato. “Ma se si sa da tempo che le piogge abbondanti non sono una cosa inusuale nella zona di Sochi e che peraltro, se gestite in una maniera adeguata, non dovrebbero spingere la città in un caos totale, come si è giunti a questa situazione?”, si domanda la popolazione locale. Lo stesso gestore delle strada dà la risposta al quesito in un comunicato che somiglia molto ad uno scaricabarile. “Il motivo dell’inondazione – si legge – è la mancanza o la fatiscenza delle reti fognarie nei territori innalzati adiacenti alle strade federali”. Evidentemente i tombini non sono stati previsti nella pianificazione delle infrastrutture olimpiche, e quelli che c’erano prima invece di essere ristrutturati sono stati devastati dalla costruzione selvaggia e frenetica verso le Olimpiadi.
“Pare che la città abbia subito un bombardamento”, commenta l’effetto devastante del cantiere olimpico il direttore di BlogSochi, Aleksandr Valov. Ma c’è un altro motivo alla base della situazione critica di Sochi. Ed è alla radice di tutto. Il fiume Mzymta sarà sempre più a rischio di tracimazione, visto che la costruzione di un impianto olimpico in particolare, la strada Adler-Krasnaja Poljana, che lambisce il letto del corso d’acqua, ne ha rotto l’equilibrio. I rifiuti edilizi del cantiere scaricati nel bacino del Mzymta, sono stati portati dalle piogge nel fiume, intasandolo e rendendolo sempre più stretto. Il pericolo delle inondazioni a causa del restringimento del letto del Mzymta era inoltre già stato segnalato anche da Vladimir Kirillov, capo del Servizio federale per la tutela dell’Ambiente. Il problema dunque si è manifestato puntuale a meno di sei mesi dalle Olimpiadi. Questa volta le autorità hanno dichiarato lo stato di emergenza, anche se a malincuore e a voce bassa, per paura di allertare troppo i partecipanti del Forum. Nel luglio del 2012 sempre nel Territorio del Krasnodar dove si trova Sochi, l’allarme è scattato troppo tardi. Così, colte di sorpresa dalla devastante alluvione che ha colpito la città di Krymsk, sono morte in una notte 171 persone.