In pochi istanti la città dello Stretto è tornata ai tempi bui: un botto, intorno alle 11 di venerdì sera, ha distrutto il “Café Mary” in via Ravagnese. A 50 metri dall’aeroporto di Reggio e a una distanza ancora più breve dal luogo in cui nel 2010 è stata trovata un’auto imbottita di armi il giorno della visita del presidente Napolitano, la pasticceria-panetteria esplosa è di Maria Grazia Ficara, moglie di Domenico Ecelestino, ritenuto il “factotum” del cognato, il boss e trafficante di droga Orazio Ficara, detto il “Coccodrillo”. Ed è proprio sugli ambienti del gruppo criminale, conosciuto con il soprannome dei “Ficareddi”, che si stanno concentrando le indagini condotte dalla Squadra mobile. La deflagrazione ha sventrato completamente il locale ed è stato un caso che non ci siano stati feriti. La zona è altamente frequentata fino a tardi grazie all’aeroporto. Per arrivare allo scalo, infatti, è necessario transitare davanti al “Café Mary”. Dai primi rilievi effettuati dalla Scientifica, pare che qualcuno si sia introdotto all’interno del bar cospargendo di benzina i locali. i vapori del carburante avrebbero saturato l’ambiente. A quel punto è stata sufficiente una scintilla per far saltare tutto in aria. Gli inquirenti, adesso, stanno cercando di capire se l’esplosione sia da inquadrare in un contesto mafioso, di estorsioni subite dai familiari di Orazio Ficara (il fratello della proprietaria da anni è in carcere per droga) o se il movente sia da ricercare negli ambienti del traffico di sostanze stupefacenti. Una cosa è certa: le modalità del danneggiamento sono quelle della ‘ndrangheta. La calma apparente, che ha caratterizzato Reggio Calabria nell’ultimo periodo, in pochi istanti sembra svanita. Se non si spara e non si mettono bombe significa che gli affari delle cosche vanno bene. La città torna alle sue barbare abitudini. E in riva allo Stretto si riaccendono i lampeggianti della polizia di Lucio Musolino
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