Come se fossero stati punti dal fuso avvelenato della fata cattiva e fossero caduti per un ventennio nel sonno mortale della Bella Addormentata i partiti, le istituzioni e l’informazione allineata si sono destati al compleanno di un settantasettenne pregiudicato senza domani per gridare alla sorpresa e allo smarrimento davanti al suo diabolico colpo di mano.
Il finale delle larghe intese, almeno del primo round, stando all’agenda giudiziaria del loro secondo sponsor, il primo è stato Napolitano che le ha rivendicate anche davanti allo sfascio come soluzione unica e ineludibile, era prevedibile per qualsiasi osservatore che si attenesse all’esperienza degli ultimi vent’anni.
Le modalità, va riconosciuto, sono state al di sopra delle più ciniche aspettative con i ministri dimissionati a “loro insaputa” dal manipolo dei “cattivi consiglieri” della festa di compleanno, dalla Santanché a Bondi, da Verdini a Ghedini magari mentre intonavano “perché è un bravo ragazzo.. nessuno lo può negar…”.
Prendendo in parola il suo ministro più “saggio” l’onnipresente Gaetano Quagliariello, consultato in quasi tutti i salotti televisivi come oracolo costituente, Berlusconi le dismissioni dei suoi ministri non le ha annunciate, le ha date lui in concerto con “i cattivi” riuniti a casa sua, confermando il suo disprezzo per le istituzioni e il suo uso a fini personali della funzione politica.
Gli interessati non hanno comprensibilmente gradito e ora, dopo aver avallato qualsiasi bizzarria eversiva del capo inclusa Ruby nipote di Mubarak, denunciano che la nuova FI “è un partito geneticamente modificato” e che alla decisione non era presente il segretario, che poi sarebbe Angelino Alfano, il delfino congelato e scongelato almeno una decina di volte.
E persino Cicchitto che forse credeva di stare nella Dc di De Gasperi ha denunciato che non c’è stato sufficiente dibattito ed è insorto anche Lupi denunciando che la nuova FI non può essere “un partito di estremisti”.
Il presidente del Consiglio, comprensibilmente inviperito da un punto di vista emotivo ma inspiegabilmente sul piano politico, ha denunciato senza mezzi termini la strumentalizzazione della sedizione di Berlusconi per l’imminente decadenza sotto lo schermo dell’aumento dell’Iva, peraltro causato dalla cancellazione dell’Imu. Anzi ha detto testualmente, disgustato, che “Berlusconi ha ribaltato la frittata”, come se si trattasse di qualcosa di veramente imprevedibile. E da voci autorevoli nel Pd, come quella di Luigi Zanda si è ascoltato che quella di B. è “un’azione violenta per i suoi interessi contro le famiglie, i disoccupati ecc… Mi sarei aspettato che il partito avesse avuto altre priorità.. ”
Il problema è che non si capisce bene quando si denuncia il tradimento di B. e ci si appella al senso istituzionale del suo partito, di che cosa si stia parlando.
E’ una domanda che si è posta e che ha cercato di porre nella sua intervista al segretario del PD anche Lucia Annunziata che non fa parte di quelli che vengono liquidati come sfascisti o sabotatori a prescindere. Ha cercato di capire da Guglielmo Epifani se la mossa di rottura istituzionale di B. sia stata questa “enorme sorpresa” e anche se le larghe intese fossero così inevitabili come Napolitano dopo aver rilanciato sull’amnistia, all’indomani dello sconquasso, ha sentito la necessità di ribadire.
Epifani, allineato con Napolitano sulla inevitabilità delle larghe intese, che pure non hanno garantito né la stabilità né la priorità della legge elettorale, ha risposto in chiusura che “il Pd non è disposto ad un governicchio” (cioè con gli Scilipoti disponibili) mentre “è disponibile ancora ad un governo di servizio per il Paese”.
Resta da vedere, e la differenza non è irrilevante, se si tratta di un governo di scopo con gli unici obiettivi della legge di stabilità e della legge elettorale che consenta di votare in primavera o di una riedizione delle larghe intese con i “delusi” della Nuova FI per arrivare al 2014 ed oltre, magari con qualcuno dei ministri dimissionati da Berlusconi, già assurti all’onore di “resistenti” alla protervia berlusconiana.