Il Movimento 5 Stelle denuncia la contaminazione dell'acque circostanti l'impianto di San Carlo - Tessello con liquidi inquinanti. Comune, Arpa e Hera ribadiscono che il problema è circoscritto all'interno dell'area. La Provincia ha invece rivelato una potenziale contaminazione
La discarica della Busca gestita da Hera deve chiudere. Lo chiede il Movimento 5 Stelle di Cesena, riferendosi all’impianto di San Carlo – Tessello dove da un anno si è accertata una fuoriuscita di liquidi inquinanti che, secondo i grillini, sono finiti nelle acque circostanti. Diversa versione quella di Comune, Arpa e Hera – ribadita ulteriormente nell’ultimo infuocato consiglio comunale – che vuole il problema circoscritto all’interno dell’area della discarica; mentre a supporto della richiesta dei 5 Stelle i risultati di nuovi controlli effettuati dalla Provincia dove si rileva “una potenziale contaminazione” delle acque e si chiede al gestore di intervenire.
La fuoriuscita di sostanze inquinanti
Il 20 gennaio 2013 un gruppo di residenti di San Carlo ravvisa schiuma biancastra nel torrente Busca, anche se si scopre che l’attività di conferimento rifiuti alla struttura gestita da Hera e Romagna Compost era già stata sospesa in autunno “per esaurimento dei volumi disponibili” in attesa del previsto ampliamento. “Ci sono diverse versioni sulla ‘chiusura’ della Busca”, spiega Natascia Guiduzzi, consigliere 5 Stelle a Cesena, “noi siamo certi che la Provincia l’abbia chiusa il 21 gennaio, e siamo convinti che questa sia stata provocata dalla perdita di percolato (il liquido più o meno inquinante che trae origine dall’infiltrazione di acqua nei rifiuti, ndr) dalla vasca dei rifiuti”.
In quei giorni arriva anche la versione di Herambiente: “rispetto all’anomalia operativa nella gestione del percolato (…) occorsa il 21 dicembre 2012, non è in alcun modo in relazione con la sospensione dei conferimenti avvenuta in ottobre, due mesi prima”. “I controlli effettuati lungo il rio Busca a valle del punto di uscita del canale di fondo”, aggiunse all’epoca l’assessore comunale all’ambiente, Lia Montalti, “non hanno rilevato contaminazione delle acque superficiali”.
Le versioni sull’anomalia all’interno della discarica si susseguono nei mesi. Per il gruppo a 5 Stelle in Comune, il telone di plastica su cui poggiano i rifiuti, telone che a sua volta è adagiato su uno strato di ghiaia e argilla, si sarebbe rotto e il percolato sarebbe fuoriuscito finendo nel canale di fondo: “quello costruito per raccogliere le acque meteoriche destinate al Rio Busca”. Invece per Arpa, come dichiarato al fattoquotidiano.it da Luigi Vicari, direttore dell’area Forlì-Cesena: “La sostanza inquinante era stata intercettata e circoscritta nell’area della discarica, poi raccolta dal canale di fondo e drenata verso i pozzetti di raccolta”.
Il 26 agosto 2013 il colpo di scena: la Provincia di Cesena chiede ad Hera con delibera di giunta d’intervenire alla Busca “in riferimento alla situazione di potenziale contaminazione” delle acque sotterranee. La delibera si rifà ai risultati di analisi dell’acqua del torrente dove si rileva lo sforamento di ferro, manganese, fluoruri, nichel e azoto nitroso. Mentre per altre sostanze (arsenico, piombo, benzene e mercurio), finite anch’esse in alcuni controlli oltre i limiti di legge, si sarebbe trattato solo di picchi saltuari. La Provincia vuole vederci chiaro, anche se “per i parametri solfati, ferro e manganese i superamenti non appaiono riconducibili a fenomeni connessi all’attività di Herambiente in corrispondenza della discarica”.
Il 7 settembre, dopo un’animata assemblea tenutasi a San Carlo, interviene il sindaco di Cesena, Paolo Lucchi: “Seguiamo con grande attenzione il problema della fuoriuscita di percolato dagli impianti della Busca. Manteniamo costante il monitoraggio e attendiamo nei prossimi mesi il progetto definitivo dell’intervento predisposto da Hera per risolvere il problema”.
“Perché in tutti questi mesi l’incidente è stato nascosto?”, afferma Guiduzzi, “negare l’accaduto per tanto tempo ha aumentato i dubbi nei cittadini che usano le falde acquifere e i pozzi per annaffiare orti e dar da mangiare al bestiame”. “Ancora più grave è che al 18 settembre 2013 Arpa non abbia ancora presentato un rapporto ufficiale sui controlli”, aggiunge, “questi ultimi, peraltro, vengono effettuati anche da Hera stessa: cioè il controllato che diventa controllore!”. “A breve lo presenteremo”, risponde Vicari, “ci abbiamo messo molto perché stiamo effettuando un monitoraggio più fitto del normale”.
Hera non paga canone d’affitto di 840 mila euro
“Poche sere fa in commissione bilancio”, spiega Guiduzzi, “il sindaco ha annunciato un buco nei conti comunali del 2013 di 840 mila euro dovuto alla mancata riscossione da Hera del canone d’affitto della discarica. Somma che mancherà probabilmente anche per il bilancio 2014. Ora è difficile dire cosa accadrà”, chiosa la consigliera 5 Stelle, “o isolano l’area e recuperano tutto il percolato, oppure se la situazione è più grave bisognerà svuotare l’intero invaso della discarica, un’operazione dai costi altissimi. Chi pagherà per ripararla? Pagherà Hera che, come tutti sanno, vive delle bollette pagate dai cittadini. L’unica soluzione è la chiusura totale della Busca e l’attuazione di un vero e attento piano di raccolta dei rifiuti porta a porta”.