L'esecutivo guidato da Enrico Letta ha presentato una soluzione per tutelare gli operatori del settore colpiti dalla direttiva europea Bolkestein che ha fermato i rinnovi automatici dei titoli concessori. L'idea è quella di rendere "patrimonio dello Stato" il tratto di arenile che comprende stabilimenti balneari, bar, cabine e ristoranti e poi di cederlo a prezzo calmierato ai vecchi operatori
Il tormentone sulle concessioni balneari ha conosciuto a Roma il suo ultimo colpo di scena. Negli uffici del sottosegretario Pd all’Economia, Pier Paolo Baretta, ad associazioni di categoria, Anci, parlamentari e rappresentanti delle istituzioni di tutta Italia è stato presentato l’ultimo ‘asso nella manica’ per cercare di gettare acqua sulla sabbia bollente italiana, già all’attenzione delle procedure d’infrazione dell’Unione europea.
L’intenzione di tutelare il più possibile i bagnini (30 mila le imprese del settore stimate) e i loro interessi dalla mannaia della direttiva Bolkestein, che da anni ha detto basta con i rinnovi automatici dei titoli concessori sempre ai soliti noti, ora si traduce così: il tratto di arenile che comprende stabilimenti balneari, bar, cabine e ristoranti diverrà patrimonio dello Stato che lo cederà, a prezzo calmierato, favorendo con un’opzione di acquisto ad hoc chi la concessione ce l’ha già.
Il pezzo di spiaggia più redditizio, dunque, verrà “sdemanializzato” e offerto a condizioni tutte particolari. E il resto dell’arenile? Nella proposta di Baretta verrà assegnato tramite le temute aste ma, in un quadro del genere, a partecipare saranno gli stessi operatori una volta diventati proprietari delle aree su cui insistono gli stabilimenti.
In generale, si tratta di un’impostazione che cozza con i precedenti intenti governativi, tutti mirati ad adeguarsi ai dettami Ue sulla libera concorrenza. Se il governo si è impegnato a ridiscutere il provvedimento già la settimana prossima insieme con tutta la partita dei maxi canoni pertinenziali (quelli per le aree collegate agli arenili, schizzati con la finanziaria Prodi del 2007) e l’obiettivo è inserirlo già nella prossima legge di stabilità, le reazioni ad una soluzione giudicata dai critici “all’italiana” non tardano ad arrivare. Del resto, il tema in Romagna e non solo scotta come pochi e tutti ricordano il tira e molla per arrivare alla mini-proroga delle concessioni al 2020 (sarebbero scadute nel 2015) votata dal Parlamento nel dicembre 2012 dopo la tesa manifestazione dei balneari di tutta Italia, un mese prima, sotto la sede della Regione Emilia-Romagna.
Con la nuova sortita dell’esecutivo di Enrico Letta, tuttavia, i dubbi di sempre riaffiorano: la ‘sdemanializzazione’ terrà dal punto di vista giuridico? Siamo sicuri che si sapranno affrontare i ricorsi? Vendere un patrimonio pubblico come la spiaggia è un principio accettabile? L’assessore regionale al Turismo Maurizio Melucci (Pd), riminese, si è detto quanto meno scettico e dalla sua terra arriva manforte: “Mi trovo d’accordo con l’assessore Melucci rispetto alla proposta illustrata dal sottosegretario Baretta di ‘sdemanializzazione della spiaggia’ con opzione di vendita ai concessionari. È vero quel che afferma l’amico Maurizio: una roba del genere non ha un verso. E non ce l’ha per diversi motivi: giuridici (un siffatto, maldestro ‘saldo di fine stagione’ non evita le aste), civici (le spiagge devono restare pubbliche), economici (privatizzare la spiaggia non stimolerebbe più alcun investimento). Più in generale trovo esilarante che nell’arco degli ultimi 24 mesi il governo italiano abbia cambiato almeno quattro volte le sue intenzioni sull’argomento, presentando soluzioni l’una diametralmente opposta all’altra. Come dire: poche idee ma confuse. E, opinione personale, in quest’ultimo caso sbagliate”, nota il presidente della Provincia riminese, Stefano Vitali (Pd).
Apprezzano invece il deputato del Pdl riminese Sergio Pizzolante, presente al tavolo di Baretta, e pure Giorgio Mussoni di Oasi-Confartigianato, il ‘grande capo’ dei bagnini romagnoli da Bellaria a Cattolica. Di diverso avviso, e non è una novità, il resto delle associazioni di categoria (Sib-Fipe/Confcommercio, Fiba/Confesercenti, Cna/Balneatori e Assobalneari Italia/Confindustria) che fa sapere di ritenere l’ipotesi del governo “interessante e certamente da approfondire, condizionando il giudizio alla certezza della proposta che riguarda la possibilità di attuare un’opzione certa a favore degli attuali concessionari, e che tutto il sistema, notoriamente diversificato sul territorio nazionale, possa esservi compreso”.
Un’occasione per ridiscuterne a breve, a quanto pare dopo che Baretta avrà riunito tutti al suo tavolo, è quella del “Sun” 2013, l’attesa manifestazione di settore in programma proprio a Rimini Fiera dal 6 all’8 ottobre.