“A Berlusconi auguro dal profondo del cuore anni di serenità. Perché è quello che manca in questo tempo e che sarebbe utile a tutti”. Sono le parole del presidente del Consiglio, Enrico Letta, intervenuto in collegamento da Palazzo Chigi a “Che tempo che fa”, su Rai Tre, dopo il suo colloquio con Giorgio Napolitano. Il premier, intervistato da Fabio Fazio, annuncia il suo imminente intervento per la richiesta della fiducia alla Camera e al Senato, previsto per mercoledì prossimo e scatenato dalle dimissioni dei ministri del Pdl. Tra i punti sui quali chiederà la fiducia, spiccano la legge di stabilità e la legge elettorale, sulla quale precisa: “Chi vuole il voto ora con il Porcellum vuole le larghe intese e dobbiamo evitarlo”. Sulla questione Iva, sottolinea: “Berlusconi non riuscirà a rovesciare la frittata. Lui ripete di non aver messo le mani nelle tasche degli Italiani, ma nel 2011 ha fatto il suo governo l’aumento dell’aliquota dal 20 al 21“. Riguardo alle dimissioni dei ministri del Pdl, ironizza: “Sono una scelta che ha minato uno dei principi cardine della democrazia. Mi hanno fatto venire in mente il film ‘Il giorno della marmotta’ con Bill Murray. E’ la storia di questo qui che si sveglia la mattina e rivive tutti i giorni la stessa cosa”. Nel suo fluviale intervento, Letta non manca di lanciare accuse contro Beppe Grillo: “La politica è fatta di cose possibili. Per due mesi noi del Pd abbiamo cercato una maggioranza senza Berlusconi. Grillo ha evitato e ha fatto di tutto perché non ci fosse nessun possibile incontro. E’ facile oggi per lui sparare a zero. è un po’ la sua linea: quella di criticare e basta. Ma tutto nasce dal fatto che Grillo” – continua – “ha costruito una forza politica come il M5S molto rilevante in Parlamento che non vuole fare intese con nessuno e che si congela in un ruolo di irrilevanza politica. Dico irrilevanza non con disprezzo, ma nel senso tecnico, cioè che non fa accordi con nessuno e non modifica gli equilibri. Dopo due mesi così si è andati a finire a fare la grande coalizione col Pdl”. Non manca un personale “mea culpa” per la crisi di governo: “Sono una persona troppo calma e troppo paziente. Forse ho tirato troppo a lungo questa pazienza. E forse, nella connessione tra la vicenda della sentenza di condanna di Berlusconi e quella del governo, potevo fare questo chiarimento qualche giorno prima” (Leggi l’articolo integrale)