Continua la svolta di Papa Francesco. Con il documento, “chirografo”, pubblicato il 30 settembre, istituisce ufficialmente il “consiglio di cardinali”  che lo aiuterà nel governo della Chiesa. Il vescovo di Roma, primus inter pares, e non un monarca assoluto. Papa Francesco ha insistito a chiamarsi così da quando si è affacciato alla finestra della Santa Sede dopo l’arrivo della fumata bianca. D’altronde il Pontefice ha subito fatto capire che una riforma della Curia romana che vada nel senso di maggiore collegialità, come è stato augurato a gran voce dalle Congregazioni dei cardinali nel pre-Conclave, sarà una delle sue priorità. Così, dopo le strutture di consultazione già messe in campo – le riunioni del Papa con i capi dicastero, le commissioni referenti istituite su temi specifici come lo Ior e le amministrazioni finanziarie e il Sinodo dei Vescovi – il cambiamento prosegue con l’istituzionalizzazione del “consiglio di cardinali”. Il consiglio di otto cardinali preannunciato il 13 aprile,  dovrà studiare, tra le altre cose, un progetto di revisione della costituzione apostolica Pastor bonus sulla Curia romana.

“Tra i suggerimenti emersi nel corso delle Congregazioni generali dei cardinali precedenti al Conclave, figurava la convenienza di istituire un ristretto gruppo di membri dell’episcopato, provenienti dalle diverse parti del mondo, che il Santo Padre potesse consultare singolarmente o in forma collettiva, su questioni particolari”, scrive il Papa nel documento. Una volta eletto alla Sede romana, continua Francesco, “ho avuto occasione di riflettere più volte su questo argomento, ritenendo che tale iniziativa sarebbe stata di notevole aiuto per svolgere il ministero pastorale di successore di Pietro che i fratelli cardinali avevano voluto affidarmi”.

Francesco ricorda che, per questo motivo, il 13 aprile scorso ha annunciato la costituzione del gruppo di otto cardinali, indicando i nomi che ne dovevano far parte. Ora  il consiglio, composto da medesime persone, è stato ufficializzato e potrà essere interpellato, sia nella totalità dei suo membri, sia singolarmente. Così “l’episcopato sparso per il mondo” aiuterà il “vescovo di Roma” nelle varie questioni del governo della Chiesa. 

Il chirografo è stato firmato il 28 settembre e pubblicato il 30, lunedì. Gli otto cardinali, precedentemente nominati da Bergoglio, si riuniscono per la prima volta dal primo al tre ottobre. Ad assumere le funzioni di coordinatore del Consiglio sarà il Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa. Il consiglio alloggerà nella Domus di Santa Marta in Vaticano, mentre le riunioni si terranno nella sala della biblioteca privata all’interno dell’appartamento papale. Francesco sarà presente in tutti e tre i giorni, con l’unica eccezione per il mercoledì mattina quando è in programma la tradizionale udienza generale in piazza San Pietro. L’italiano sarà la lingua ufficiale in cui si svolgeranno le riunioni. Domani, ci sarà una breve introduzione da parte del Papa che, per il resto, preferirà ascoltare le relazioni e le considerazioni degli otto cardinali.

“Un ulteriore strumento che arricchisce il governo della Chiesa di una nuova modalità di consultazione“, così il direttore della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi ha descritto il “consiglio dei cardinali”. Secondo Lombardi, “le parole-chiave per questo genere di governo sono la ‘sinodalità’, cioè il camminare insieme, la Chiesa che cammina insieme nelle sue diverse componenti e il Papa che cammina con la sua Chiesa, e il ‘discernimento’, comprendere la volontà di Dio attraverso una consultazione collettiva continua, paziente e frequente”.

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