Morire a Parma costa 131 euro. È questo l’importo che le famiglie residenti nella capitale del ducato devono pagare all’amministrazione cittadina quando si verifica il decesso di un proprio caro. Un’imposta che gli addetti ai lavori definiscono “diritto fisso del Comune di Parma”, ma che nei fatti è “una tariffa” sul defunto. A raccontarlo sono Emilio e Luciano Pelagatti, cittadini di Parma, che a fronte di un lutto in famiglia si sono visti richiedere il pagamento del ‘contributo’. Parma infatti non la sola città emiliano romagnola a imporre tariffazioni sui defunti. Se a Lugo, per esempio, si pagano solo le marche da bollo relative alle autorizzazioni necessarie al trasporto della salma, a Rimini la cifra cambia ma la sostanza è identica. Nella perla della Riviera la “tariffa” è di 113 euro, o di 150 se la salma deve raggiungere un’altra nazione. A Bologna, invece, le famiglie dei “cari estinti” devono pagare 100,81 euro per le salme che rimangono all’interno del territorio comunale e 166,87 euro nel caso in cui sia previsto il trasferimento in un’altra città. “Da noi si tratta di un diritto di trasporto” spiega la Golfieri, sebbene in realtà sia la stessa ditta di onoranze funebri a occuparsi del trasferimento in chiesa o al cimitero della salma. Quindi, alla tassa comunale “per il trasporto” si aggiunge il costo effettivo del servizio, che il cittadino poi paga all’agenzia a cui sceglie di rivolgersi per il funerale. A Forlì, poi, la spesa a carico del famigliare del defunto è di 70 euro, a Piacenza è di 134 euro, 52 se la salma passa solo per la città ma poi viene seppellita altrove, e a Ravenna di 132 euro. Più economiche Reggio Emilia e Modena, dove la spesa a carico del cittadino è, rispettivamente, di 25,82 e di 32 euro.
“Purtroppo in settembre è scomparsa mia nonna – racconta Emilio Pelagatti al Fatto Quotidiano – dopo il funerale l’Assistenza pubblica ci ha inviato la fattura relativa ai servizi funebri corrisposti e nell’elenco delle spese da pagare abbiamo individuato una voce che non riuscivamo a spiegarci: 131 euro per ‘diritto fisso del Comune di Parma’”. Così Emilio e il padre Luciano hanno chiesto spiegazioni a chi ha organizzato le onoranze funebri, e ciò che hanno saputo li ha lasciati “basiti”. “E’ una tassa sul defunto in vigore da sempre” spiega infatti l’Assistenza pubblica, che dal 1902, e su base volontaria, offre ai parmensi servizi di automedica, onoranze funebri, trasporto infermi e protezione civile: l’imposta viene pagata dai cittadini tramite la fattura relativa al “contratto per il servizio funebre”, poi l’Assistenza pubblica, “sempre per conto dei cittadini”, versa i 131 euro a Ade Spa, società fondata nel 2004 “per la gestione dei servizi cimiteriali e funebri del Comune di Parma”. Un soggetto “di diritto privato” di cui l’amministrazione detiene il 100% del capitale sociale.
“Trovo che sia vergognoso e di cattivo gusto che il Comune chieda soldi ai cittadini quando una persona muore. Probabilmente la norma è in vigore solo perché viene richiesta a persone che stanno vivendo un momento di difficoltà e lutto, e che pertanto sono troppo amareggiate per protestare o chiedere spiegazioni”. Luciano Pelagatti ha anche scritto una lettera per “denunciare l’indecenza di questa normativa”, “se vogliono altri soldi da noi cittadini possono scegliere altre modalità”. Ma fino ad oggi non ha ottenuto risposta.
Per il Comune però è tutto regolare. E la tassa non è affatto una tassa, spiega l’amministrazione, “ma un corrispettivo forfettario”, una “tariffa” che i cittadini devono versare “per le spese amministrative istituzionali connesse al trasporto funebre e all’attività necroscopica”. “In origine erano i Comuni a pagare, poi la finanziaria del 2001 ha trasferito la spesa a carico dei cittadini, offrendo alle amministrazioni la possibilità di introdurre o meno la tariffa”. Così spettava alle singole giunte decidere se e quanto imporre come corrispettivo da pagare, e “Parma, come molti altri Comuni, ha impostato, tramite delibera, delle tariffe che sono in linea con la media nazionale”. Tariffe che, precisano dal capoluogo di provincia, “sono aggiornate sulla base degli indici Istat”.
“La dicitura sulla fattura recapitata ai Pelagatti è sbagliata – sottolinea anche Roberto Burchielli di Ade Spa, che oltre ai servizi cimiteriali si occupa anche di riscuotere le tariffe per il Comune – una volta erano i Comuni a occuparsi direttamente del trasporto delle salme, poi con la liberalizzazione questa prerogativa è stata tolta. La gestione delle pratiche però era ed è onerosa, così dal 2001, i Comuni, che non potevano più avere gabelle, hanno valutato se e con quali criteri applicare la tariffa”.
Ma c’è chi sulla tariffazione non è d’accordo. “Presenteremo formalmente una richiesta di accesso agli atti per capire da dove deriva questa cifra assurda – risponde Filippo Greci del Movimento nuovi consumatori di Parma – quando Emilio Pelagatti ci ha raccontato di questa tariffa odiosa e ingiusta abbiamo strabuzzato gli occhi e ora andremo fino in fondo per cercare di individuare chi l’ha decisa e se ci sono profili di incostituzionalità”. E presentare, nel caso, un ricorso al Tar, il tribunale allo scopo di ottenere il rimborso del denaro pagato dai cittadini.
“E’ una questione di rispetto – precisa Emilio Pelagatti – non contano per me i 131 euro, non voglio certo indietro i soldi spesi sulla pelle di mia nonna. E’ la situazione che desta incredulità. Se il Comune ha bisogno di fare cassa deve valutare altre possibilità, piuttosto che chiedere denaro sulle salme dei defunti”.
Emilia Romagna
Tasse, anche morire costa: “A Parma, per ogni famiglia 131 euro. A Piacenza 134”
Si chiama "diritto fisso del Comune" ed è una tariffa che viene richiesto di pagare ai cittadini quando devono organizzare il funerale di uno dei parenti. La cifra varia in ogni città. "Non è un'imposta", rispondono le amministrazioni, "ma un corrispettivo forfettario per coprire le spese relative al trasporto funebre e all'attività necroscopica"
Morire a Parma costa 131 euro. È questo l’importo che le famiglie residenti nella capitale del ducato devono pagare all’amministrazione cittadina quando si verifica il decesso di un proprio caro. Un’imposta che gli addetti ai lavori definiscono “diritto fisso del Comune di Parma”, ma che nei fatti è “una tariffa” sul defunto. A raccontarlo sono Emilio e Luciano Pelagatti, cittadini di Parma, che a fronte di un lutto in famiglia si sono visti richiedere il pagamento del ‘contributo’. Parma infatti non la sola città emiliano romagnola a imporre tariffazioni sui defunti. Se a Lugo, per esempio, si pagano solo le marche da bollo relative alle autorizzazioni necessarie al trasporto della salma, a Rimini la cifra cambia ma la sostanza è identica. Nella perla della Riviera la “tariffa” è di 113 euro, o di 150 se la salma deve raggiungere un’altra nazione. A Bologna, invece, le famiglie dei “cari estinti” devono pagare 100,81 euro per le salme che rimangono all’interno del territorio comunale e 166,87 euro nel caso in cui sia previsto il trasferimento in un’altra città. “Da noi si tratta di un diritto di trasporto” spiega la Golfieri, sebbene in realtà sia la stessa ditta di onoranze funebri a occuparsi del trasferimento in chiesa o al cimitero della salma. Quindi, alla tassa comunale “per il trasporto” si aggiunge il costo effettivo del servizio, che il cittadino poi paga all’agenzia a cui sceglie di rivolgersi per il funerale. A Forlì, poi, la spesa a carico del famigliare del defunto è di 70 euro, a Piacenza è di 134 euro, 52 se la salma passa solo per la città ma poi viene seppellita altrove, e a Ravenna di 132 euro. Più economiche Reggio Emilia e Modena, dove la spesa a carico del cittadino è, rispettivamente, di 25,82 e di 32 euro.
“Purtroppo in settembre è scomparsa mia nonna – racconta Emilio Pelagatti al Fatto Quotidiano – dopo il funerale l’Assistenza pubblica ci ha inviato la fattura relativa ai servizi funebri corrisposti e nell’elenco delle spese da pagare abbiamo individuato una voce che non riuscivamo a spiegarci: 131 euro per ‘diritto fisso del Comune di Parma’”. Così Emilio e il padre Luciano hanno chiesto spiegazioni a chi ha organizzato le onoranze funebri, e ciò che hanno saputo li ha lasciati “basiti”. “E’ una tassa sul defunto in vigore da sempre” spiega infatti l’Assistenza pubblica, che dal 1902, e su base volontaria, offre ai parmensi servizi di automedica, onoranze funebri, trasporto infermi e protezione civile: l’imposta viene pagata dai cittadini tramite la fattura relativa al “contratto per il servizio funebre”, poi l’Assistenza pubblica, “sempre per conto dei cittadini”, versa i 131 euro a Ade Spa, società fondata nel 2004 “per la gestione dei servizi cimiteriali e funebri del Comune di Parma”. Un soggetto “di diritto privato” di cui l’amministrazione detiene il 100% del capitale sociale.
“Trovo che sia vergognoso e di cattivo gusto che il Comune chieda soldi ai cittadini quando una persona muore. Probabilmente la norma è in vigore solo perché viene richiesta a persone che stanno vivendo un momento di difficoltà e lutto, e che pertanto sono troppo amareggiate per protestare o chiedere spiegazioni”. Luciano Pelagatti ha anche scritto una lettera per “denunciare l’indecenza di questa normativa”, “se vogliono altri soldi da noi cittadini possono scegliere altre modalità”. Ma fino ad oggi non ha ottenuto risposta.
Per il Comune però è tutto regolare. E la tassa non è affatto una tassa, spiega l’amministrazione, “ma un corrispettivo forfettario”, una “tariffa” che i cittadini devono versare “per le spese amministrative istituzionali connesse al trasporto funebre e all’attività necroscopica”. “In origine erano i Comuni a pagare, poi la finanziaria del 2001 ha trasferito la spesa a carico dei cittadini, offrendo alle amministrazioni la possibilità di introdurre o meno la tariffa”. Così spettava alle singole giunte decidere se e quanto imporre come corrispettivo da pagare, e “Parma, come molti altri Comuni, ha impostato, tramite delibera, delle tariffe che sono in linea con la media nazionale”. Tariffe che, precisano dal capoluogo di provincia, “sono aggiornate sulla base degli indici Istat”.
“La dicitura sulla fattura recapitata ai Pelagatti è sbagliata – sottolinea anche Roberto Burchielli di Ade Spa, che oltre ai servizi cimiteriali si occupa anche di riscuotere le tariffe per il Comune – una volta erano i Comuni a occuparsi direttamente del trasporto delle salme, poi con la liberalizzazione questa prerogativa è stata tolta. La gestione delle pratiche però era ed è onerosa, così dal 2001, i Comuni, che non potevano più avere gabelle, hanno valutato se e con quali criteri applicare la tariffa”.
Ma c’è chi sulla tariffazione non è d’accordo. “Presenteremo formalmente una richiesta di accesso agli atti per capire da dove deriva questa cifra assurda – risponde Filippo Greci del Movimento nuovi consumatori di Parma – quando Emilio Pelagatti ci ha raccontato di questa tariffa odiosa e ingiusta abbiamo strabuzzato gli occhi e ora andremo fino in fondo per cercare di individuare chi l’ha decisa e se ci sono profili di incostituzionalità”. E presentare, nel caso, un ricorso al Tar, il tribunale allo scopo di ottenere il rimborso del denaro pagato dai cittadini.
“E’ una questione di rispetto – precisa Emilio Pelagatti – non contano per me i 131 euro, non voglio certo indietro i soldi spesi sulla pelle di mia nonna. E’ la situazione che desta incredulità. Se il Comune ha bisogno di fare cassa deve valutare altre possibilità, piuttosto che chiedere denaro sulle salme dei defunti”.
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Roma, 3 gen. (Adnkronos) - Un dorso di Economia per tutti i giornali del gruppo Angelucci. È tutto pronto, a quanto apprende l'Adnkronos, per il lancio di una nuova iniziativa editoriale che coinvolgerà 'Il Giornale' diretto da Alessandro Sallusti, 'Libero' diretto da Mario Sechi e 'Il Tempo' diretto da Tommaso Cerno. A coordinare il dorso di economia sarà il vicedirettore de 'Il Giornale' Osvaldo De Paolini tra i principali e più apprezzati giornalisti del settore. Il progetto prevedrebbe ben 40 pagine con anticipazioni, interviste, analisi e retroscena.
Secondo quanto risulta all'Adnkronos De Paolini, che già da tempo aveva messo a punto il progetto, ha praticamente messo a punto la squadra ed esordirà in edicola ad aprile puntando al target del dorso di Economia del 'Corriere della Sera'. A Milano non escludono che il Gruppo Angelucci non riesca anche ad anticipare i tempi.
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - Un dorso di Economia per tutti i giornali del gruppo Angelucci. È tutto pronto, a quanto apprende l'Adnkronos, per il lancio di una nuova iniziativa editoriale che coinvolgerà 'Il Giornale' diretto da Alessandro Sallusti, 'Libero' diretto da Mario Sechi e 'Il Tempo' diretto da Tommaso Cerno. A coordinare il dorso di economia sarà il condirettore de 'Il Giornale' Osvaldo De Paolini tra i principali e più apprezzati giornalisti del settore. Il progetto prevedrebbe ben 40 pagine con anticipazioni, interviste, analisi e retroscena.
Secondo quanto risulta all'Adnkronos De Paolini, che già da tempo aveva messo a punto il progetto, ha praticamente messo a punto la squadra ed esordirà in edicola ad aprile puntando al target del dorso di Economia del 'Corriere della Sera'. A Milano non escludono che il Gruppo Angelucci non riesca anche ad anticipare i tempi.
Palermo, 3 gen. (Adnkronos) - Una donna di Catania ha chiesto l’intervento della Polizia di Stato, di buon mattino, dopo aver trovato accovacciato sul cofano della sua auto un uomo che non ha voluto sentire ragione di scendere dal mezzo per consentire alla proprietaria di andare a lavoro.
L’uomo, un 35enne di origine rumene, ha farfugliato alcune parole alla donna, rimanendo saldamente seduto sul cofano al punto tale che la signora, impaurita, ha messo in moto l’auto per cercare di farlo desistere e poi si è rivolta alla Sala Operativa della Questura di Catania che, prontamente, ha inviato due volanti in suo soccorso. Nel frattempo, viste le rimostranze dell’uomo, la donna ha cercato di portare l’auto, procedendo a passo d’uomo, nella vicina piazza Pietro Lupo. Qui, alla vista degli agenti della squadra Volanti, il 35enne rumeno è balzato giù dall’auto per afferrare una transenna e lanciarla contro il portone degli uffici di Polizia. I poliziotti hanno tentato più volte di bloccarlo nel tentativo di farlo ragionare, ma l’uomo ha più volte opposto una forte resistenza, sferrando un calcio contro una volante, danneggiandola.
Per questa sua condotta il 35enne è stato arrestato, ferma restando la presunzione di innocenza dell’indagato valevole ora e condanna definitiva, e, a seguito di rito direttissimo, l’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’arresto applicando nei suoi confronti la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
Roma, 3 gen. (Adnkronos/Labitalia) - Vicenza come centro dell’innovazione tecnologica per il settore orafo con il ritorno di T.Gold, evento di riferimento globale per i macchinari e le tecnologie all’avanguardia per la lavorazione dei gioielli. Organizzato da Italian Exhibition Group in contemporanea con Vicenzaoro January, T.Gold riunisce dal 17 al 21 gennaio l’offerta più completa di macchinari e tecnologie orafe grazie a 170 aziende da 16 Paesi, per una manifestazione sempre più globale con tutta l’eccellenza del Made in Italy e il 40% di espositori esteri. Germania, Turchia, Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito i Paesi più rappresentati.
In fiera aziende di punta quali Elettrolaser, Italimpianti Orafi, Sisma, Orotig e Legor Group, che confermano la leadership del Made in Italy nel settore. Mentre si distinguono tra i migliori player internazionali realtà come le tedesche Heimerle + Meule e Schultheiss, la svizzera Starrag Vuadens e Goodwin Refractory Services dal Regno Unito. Torna anche il Jewellery Technology Forum (Jtf), organizzato da Ieg in collaborazione con Legor Group. Tra i momenti più attesi della manifestazione, offrirà una panoramica sulle tendenze future e le sfide del settore.
Evento strategico per l’industry del gioiello, a T.Gold l’alta tecnologia incontra la tradizione orafa per rispondere alle esigenze di un mercato in costante evoluzione, sempre più competitivo e attento alla sostenibilità di prodotti e processi produttivi, alla personalizzazione e alla massima precisione tecnica.
Nella Hall 9, comodamente connessa al quartiere fieristico di Ieg con un servizio navetta gratuito, tutte le soluzioni più all’avanguardia che trasformano la manifattura, migliorano l’efficienza produttiva, favoriscono la riduzione dell’impatto ambientale, l’uso responsabile delle risorse e la tracciabilità lungo la filiera.
T.Gold risponde a una domanda articolata che spazia dai macchinari multifunzione per ottimizzare la lavorazione dei materiali preziosi, a soluzioni completamente customizzate per produzioni di nicchia che esaltano l’artigianalità e il design, fino ad attrezzature e utensili per banchi da lavoro e laboratori orafi.
Sei le categorie principali in cui è organizzata l’offerta della più ampia vetrina per la produzione e la lavorazione del gioiello: trattamenti delle leghe e galvanica, tecnologie per la prototipazione e la produzione digitale, lavorazioni meccaniche avanzate, montaggio e tecniche di saldatura, processi di affinazione e recupero, strumenti per la finitura e l’utensileria.
Roma, 3 gen. (Adnkronos/Labitalia) - Vicenza come centro dell’innovazione tecnologica per il settore orafo con il ritorno di T.Gold, evento di riferimento globale per i macchinari e le tecnologie all’avanguardia per la lavorazione dei gioielli. Organizzato da Italian Exhibition Group in contemporanea con Vicenzaoro January, T.Gold riunisce dal 17 al 21 gennaio l’offerta più completa di macchinari e tecnologie orafe grazie a 170 aziende da 16 Paesi, per una manifestazione sempre più globale con tutta l’eccellenza del Made in Italy e il 40% di espositori esteri. Germania, Turchia, Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito i Paesi più rappresentati.
In fiera aziende di punta quali Elettrolaser, Italimpianti Orafi, Sisma, Orotig e Legor Group, che confermano la leadership del Made in Italy nel settore. Mentre si distinguono tra i migliori player internazionali realtà come le tedesche Heimerle + Meule e Schultheiss, la svizzera Starrag Vuadens e Goodwin Refractory Services dal Regno Unito. Torna anche il Jewellery Technology Forum (Jtf), organizzato da Ieg in collaborazione con Legor Group. Tra i momenti più attesi della manifestazione, offrirà una panoramica sulle tendenze future e le sfide del settore.
Evento strategico per l’industry del gioiello, a T.Gold l’alta tecnologia incontra la tradizione orafa per rispondere alle esigenze di un mercato in costante evoluzione, sempre più competitivo e attento alla sostenibilità di prodotti e processi produttivi, alla personalizzazione e alla massima precisione tecnica.
Nella Hall 9, comodamente connessa al quartiere fieristico di Ieg con un servizio navetta gratuito, tutte le soluzioni più all’avanguardia che trasformano la manifattura, migliorano l’efficienza produttiva, favoriscono la riduzione dell’impatto ambientale, l’uso responsabile delle risorse e la tracciabilità lungo la filiera.
T.Gold risponde a una domanda articolata che spazia dai macchinari multifunzione per ottimizzare la lavorazione dei materiali preziosi, a soluzioni completamente customizzate per produzioni di nicchia che esaltano l’artigianalità e il design, fino ad attrezzature e utensili per banchi da lavoro e laboratori orafi.
Sei le categorie principali in cui è organizzata l’offerta della più ampia vetrina per la produzione e la lavorazione del gioiello: trattamenti delle leghe e galvanica, tecnologie per la prototipazione e la produzione digitale, lavorazioni meccaniche avanzate, montaggio e tecniche di saldatura, processi di affinazione e recupero, strumenti per la finitura e l’utensileria.
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - Lunedì 6 Gennaio alle ore 11 in via Nomentana 361, a Roma, il Partito radicale convoca una manifestazione a sostegno della liberazione di Cecilia Sala.
"Dopo aver manifestato per quasi due anni davanti all'ambasciata iraniana contro il regime oppressivo, violento e misogino degli Ayatollah nei confronti del suo popolo - si legge in una nota di Maurizio Turco e Irene Testa, segretario e tesoriere del Partito radicale -, non possiamo rimanere inermi nei confronti di una nostra concittadina ostaggio di pericolosi criminali. Abbiamo piena fiducia nel lavoro che sta svolgendo la Farnesina con il ministro Antonio Tajani ed è proprio in quest'ottica che intendiamo supportare il prezioso lavoro che si sta svolgendo in queste ore. L'appuntamento è lunedì 6 davanti all'ambasciata".
Roma, 3 gen. (Adnkronos) - "La convocazione di un ambasciatore alla Farnesina è uno strumento molto importante e assai riconoscibile sul piano diplomatico per esercitare una pressione su uno Stato. C’è da dire che Tajani ha sempre utilizzato questo strumento con parsimonia, forse eccessiva, e dunque spesso con ritardo. Speriamo in futuro voglia essere più deciso, specie quando ci sono in gioco interessi vitali e che non si debba attendere, per esercitare questo passo, l’intervento delle opposizioni". Lo dice Ivan Scalfarotto, senatore e responsabile Esteri di Italia viva.