Da quando sono sbocciate le larghe intese, Stefano Fassina, viceministro Pd dell’economia, ripete come un mantra che: “Dopo questo governo, arriva la Troika”. In Fassina che, ogni volta che gli si accende un microfono sotto il naso, minaccia meccanicamente l’arrivo della Troika, dello spread, dei tedeschi, delle cavallette, io vedo simboleggiata alla perfezione la pochezza, a tratti nullità, propositiva del Pd.
La Troika come l’uomo nero, che ti si porta via se non fai quello che dico.
Non vi chiediamo di poter governare perché abbiamo idee da realizzare. Perché il nostro programma è migliore degli altri, perché il paese ha bisogno di riforme, perché noi siamo più bravi, più onesti, più preparati. Semplicemente, non ci sono alternative. Ciò che verrebbe dopo di noi è ancora peggio di noi.
È chiaro che la situazione è grave davvero, con la legge di stabilità ancora da costruire e la legge elettorale in alto mare. Se si fa di tutto per peggiorarle, del resto, le cose peggiorano. Con un governo “del fare” che in cinque mesi non è riuscito a fare altro che la sospensione dell’Imu – il primo punto del programma elettorale di Berlusconi – era difficile aspettarsi di meglio.
Ed è anche vero che spesso Fassina ha provato a indicare la strada, esprimendosi contro l’abolizione dell’Imu, per esempio. Ma l’ha fatto sempre e solo a beneficio di taccuini e telecamere. Mai una concreta azione politica o di governo. È così da prima delle larghe intese, quando il viceministro si è fatto paladino dell’opposizione al Fiscal Compact senza mai promuovere una iniziativa politica seria sul Fiscal Compact, nonostante la posizione influente e privilegiata del suo pulpito.
Questo è lo stile. Dichiarazioni tante, tantissime, e (quasi) tutte “di sinistra”. Ottime per ricevere il supporto di alcuni gruppi sociali disorientati da una crisi di rappresentanza senza fine, come gli iscritti alla Cgil e gli economisti progressisti (ne conosco parecchi e degni di stima, abbagliati da Fassina). Azioni, nessuna.
Funziona, eccome se funziona. A sinistra esiste da tempo una sorta di moratoria sugli avvitamenti del viceministro: nel profluvio di dichiarazioni il nostro ne dice, di cose bislacche; ma essendo l’unico che a parole difende certe posizioni – la critica al Fiscal Compact, per esempio – tanti si trattengono dall’attaccarlo, anzi lo difendono. “Se ce la prendiamo pure con Fassina, chi ci rimane?”
Io invece con Fassina mi arrabbio, sia perché trovo le sue dichiarazioni spesso troppo grottesche per sorvolare, sia perché, ripeto, lo considero un piccolo emblema di questo governo senza programma e senza idee, che ha come unico orizzonte la preservazione dello status quo. Un governo che per rivendicare la sua sopravvivenza non è mai riuscito a trovare argomenti migliori dell’agitazione di alternative spaventose. Come la Troika e l’uomo nero.
Fabio Sabatini
Ricercatore in Economia politica
Zonaeuro - 30 Settembre 2013
La Troika come l’uomo nero
Da quando sono sbocciate le larghe intese, Stefano Fassina, viceministro Pd dell’economia, ripete come un mantra che: “Dopo questo governo, arriva la Troika”. In Fassina che, ogni volta che gli si accende un microfono sotto il naso, minaccia meccanicamente l’arrivo della Troika, dello spread, dei tedeschi, delle cavallette, io vedo simboleggiata alla perfezione la pochezza, a tratti nullità, propositiva del Pd.
La Troika come l’uomo nero, che ti si porta via se non fai quello che dico.
Non vi chiediamo di poter governare perché abbiamo idee da realizzare. Perché il nostro programma è migliore degli altri, perché il paese ha bisogno di riforme, perché noi siamo più bravi, più onesti, più preparati. Semplicemente, non ci sono alternative. Ciò che verrebbe dopo di noi è ancora peggio di noi.
È chiaro che la situazione è grave davvero, con la legge di stabilità ancora da costruire e la legge elettorale in alto mare. Se si fa di tutto per peggiorarle, del resto, le cose peggiorano. Con un governo “del fare” che in cinque mesi non è riuscito a fare altro che la sospensione dell’Imu – il primo punto del programma elettorale di Berlusconi – era difficile aspettarsi di meglio.
Ed è anche vero che spesso Fassina ha provato a indicare la strada, esprimendosi contro l’abolizione dell’Imu, per esempio. Ma l’ha fatto sempre e solo a beneficio di taccuini e telecamere. Mai una concreta azione politica o di governo. È così da prima delle larghe intese, quando il viceministro si è fatto paladino dell’opposizione al Fiscal Compact senza mai promuovere una iniziativa politica seria sul Fiscal Compact, nonostante la posizione influente e privilegiata del suo pulpito.
Questo è lo stile. Dichiarazioni tante, tantissime, e (quasi) tutte “di sinistra”. Ottime per ricevere il supporto di alcuni gruppi sociali disorientati da una crisi di rappresentanza senza fine, come gli iscritti alla Cgil e gli economisti progressisti (ne conosco parecchi e degni di stima, abbagliati da Fassina). Azioni, nessuna.
Funziona, eccome se funziona. A sinistra esiste da tempo una sorta di moratoria sugli avvitamenti del viceministro: nel profluvio di dichiarazioni il nostro ne dice, di cose bislacche; ma essendo l’unico che a parole difende certe posizioni – la critica al Fiscal Compact, per esempio – tanti si trattengono dall’attaccarlo, anzi lo difendono. “Se ce la prendiamo pure con Fassina, chi ci rimane?”
Io invece con Fassina mi arrabbio, sia perché trovo le sue dichiarazioni spesso troppo grottesche per sorvolare, sia perché, ripeto, lo considero un piccolo emblema di questo governo senza programma e senza idee, che ha come unico orizzonte la preservazione dello status quo. Un governo che per rivendicare la sua sopravvivenza non è mai riuscito a trovare argomenti migliori dell’agitazione di alternative spaventose. Come la Troika e l’uomo nero.
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Roma, 23 dic (Adnkronos) - "Giorgia Meloni taglia la sanità pubblica e nega il salario minimo, ma continua a insistere col fallimentare piano dei centri in Albania. Sono rimasti solo lei e qualche suo ministro ormai a reputare più importante la propaganda elettorale rispetto alle condizioni materiali delle persone". Lo dice Elly Schlein.
"È ormai sotto gli occhi di tutti: si tratta di un progetto inumano, inefficace, dispendioso e privo di risultati concreti. Continuare a investire risorse pubbliche in un’operazione che viola i diritti fondamentali è irresponsabile. Sbagliare è umano ma perseverare è inammissibile in un Paese in cui 4 milioni e mezzo di persone non riescono a curarsi. Il governo si fermi, meglio ammettere i propri sbagli che far pagare questo prezzo agli italiani", aggiunge la segretaria del Pd.
Roma, 23 dic (Adnkronos) - "Il paese è in crisi, decine di migliaia di famiglie di lavoratori e lavoratrici trascorreranno un Natale di preoccupazione per il loro futuro, la manovra di bilancio non risponde assolutamente ai reali bisogni degli italiani e il governo e la maggioranza pensano ai migranti e a come far ripartire il centro in Albania. Una follia che costa all’Italia circa un miliardo". Lo dice il capogruppo Avs in Senato Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama.
"I migranti sono una vera e propria ossessione della destra che sta contaminando gli italiani ma, soprattutto, utile propaganda per nascondere gli errori e i fallimenti in economica di questo governo. La Meloni prenda atto del fallimento. Il centro per migranti in Albania va chiuso", aggiunge.
Roma, 23 dic (Adnkronos) - “Il Governo intende continuare con gli accordi per l’Albania? Non c’è tribunale della storia che assolverà il duo Meloni Salvini. La sintesi della loro politica sulla immigrazione, che è un compromesso al ribasso fra rigurgiti post fascisti ed intolleranza mascherata, è contro i diritti e il buonsenso. Uno spreco di risorse con pochi precedenti. Pura propaganda”. Lo dice il segretario del Psi Enzo Maraio.
Roma, 23 dic (Adnkronos) - "L'Italia vi è vicina vi ringrazia. In un periodo in cui la guerra è tornata ad affacciarsi anche in Europa è ancora più evidente quanto sia fondamentale il ruolo di Forze Armate preparate e pronte a garantire sicurezza e quindi libertà e democrazia. Essere qui oggi rappresenta il ringraziamento delle istituzioni, e di tutti gli italiani, per il vostro impegno. Grazie a voi possiamo avere la prospettiva di un mondo libero". Lo ha detto il presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana rivolgendosi, nel corso della visita di oggi, ai circa 300 militari italiani presso la base Nato di Ādaži, in Lettonia.
Fontana è stato accolto dal comandante del contingente italiano della base Nato, colonnello Massimiliano Greco. Primo gesto della visita alla base è stato l'omaggio ai caduti. "Troppo a lungo pace e stabilità si sono date per scontate, l'attuale situazione internazionale ci sta facendo capire che non è così: sicurezza è libertà - ha detto Fontana -. Il vostro impegno, e il sacrificio di essere lontani da casa e dalle vostre famiglie in un momento particolare come le festività natalizie, deve esservi riconosciuto. Se sono qui è per portarvi l'affetto e l'abbraccio dell'Italia".
Roma, 23 dic. - (Adnkronos) - In collaborazione con TgPoste.it
Poste Italiane è al primo posto per la sostenibilità in Europa nel settore assicurativo europeo ed è seconda a livello mondiale. Il gruppo - si sottolinea in una nota - consolida la propria leadership nella sostenibilità e conferma la presenza nel Dow Jones Sustainability Index World, e nel più selettivo Dow Jones Sustainability Index Europe, per la sesta volta consecutiva. Poste Italiane ha raggiunto un punteggio totale pari a 90, su una media del settore di 44 punti; ha inoltre, confermato il primo posto nel settore assicurativo europeo ed è seconda a livello mondiale, con il più alto punteggio in assoluto nella dimensione sociale (98 punti) e una crescita rispetto al 2023 di 18 punti nella dimensione ambientale.
Il riconoscimento arriva dall’agenzia di Rating S&P Global sui risultati del Corporate Sustainability Assessment (CSA). Standard&Poor’s Global confronta i risultati delle politiche di sostenibilità delle aziende di più di 60 settori. Il Dow Jones Sustainability World Index traccia la performance del top 10% delle 2.500 maggiori aziende quotate all’interno del S&P Global Broad Market Index; mentre Il Dow Jones Sustainability Europe Index traccia la performance del top 20% delle 600 maggiori organizzazioni del continente europeo.
L’ingresso negli indici Dow Jones Sustainability Index World e Europe e la leadership nella classifica mondiale del settore assicurativo di S&P Global si inseriscono tra i numerosi riconoscimenti ricevuti dal Gruppo Poste Italiane per le sue politiche di sostenibilità. A questo risultato si aggiungono l’ottenimento della medaglia di platino ricevuta da EcoVadis, il primo posto in tutte e tre le dimensioni dell’ESG Quality score di ISS, il mantenimento della valutazione di “AA” nel rating MSCI e la conferma del posizionamento nella categoria advanced ottenuto da parte di Moody’s, oltre all’inclusione di Poste Italiane all’interno dei più prestigiosi indici di sostenibilità internazionali, come l’ESG-Identity Corporate Index, Euronext Equileap Gender Equality Eurozone 100, FTSE4Good e Stoxx Global ESG Leaders.
Poste Italiane, inoltre, ha mantenuto il proprio primato tra i leader della sostenibilità nell’ambito dell'indice MIB ESG lanciato nel 2021 da Euronext e Borsa Italiana, dimostrando l'impegno continuo verso una gestione responsabile e sostenibile.
Roma, 23 dic. - (Adnkronos) - In collaborazione con TgPoste.it
Poste Italiane è al primo posto per la sostenibilità in Europa nel settore assicurativo europeo ed è seconda a livello mondiale. Il gruppo - si sottolinea in una nota - consolida la propria leadership nella sostenibilità e conferma la presenza nel Dow Jones Sustainability Index World, e nel più selettivo Dow Jones Sustainability Index Europe, per la sesta volta consecutiva. Poste Italiane ha raggiunto un punteggio totale pari a 90, su una media del settore di 44 punti; ha inoltre, confermato il primo posto nel settore assicurativo europeo ed è seconda a livello mondiale, con il più alto punteggio in assoluto nella dimensione sociale (98 punti) e una crescita rispetto al 2023 di 18 punti nella dimensione ambientale.
Il riconoscimento arriva dall’agenzia di Rating S&P Global sui risultati del Corporate Sustainability Assessment (CSA). Standard&Poor’s Global confronta i risultati delle politiche di sostenibilità delle aziende di più di 60 settori. Il Dow Jones Sustainability World Index traccia la performance del top 10% delle 2.500 maggiori aziende quotate all’interno del S&P Global Broad Market Index; mentre Il Dow Jones Sustainability Europe Index traccia la performance del top 20% delle 600 maggiori organizzazioni del continente europeo.
L’ingresso negli indici Dow Jones Sustainability Index World e Europe e la leadership nella classifica mondiale del settore assicurativo di S&P Global si inseriscono tra i numerosi riconoscimenti ricevuti dal Gruppo Poste Italiane per le sue politiche di sostenibilità. A questo risultato si aggiungono l’ottenimento della medaglia di platino ricevuta da EcoVadis, il primo posto in tutte e tre le dimensioni dell’ESG Quality score di ISS, il mantenimento della valutazione di “AA” nel rating MSCI e la conferma del posizionamento nella categoria advanced ottenuto da parte di Moody’s, oltre all’inclusione di Poste Italiane all’interno dei più prestigiosi indici di sostenibilità internazionali, come l’ESG-Identity Corporate Index, Euronext Equileap Gender Equality Eurozone 100, FTSE4Good e Stoxx Global ESG Leaders.
Poste Italiane, inoltre, ha mantenuto il proprio primato tra i leader della sostenibilità nell’ambito dell'indice MIB ESG lanciato nel 2021 da Euronext e Borsa Italiana, dimostrando l'impegno continuo verso una gestione responsabile e sostenibile.
Roma, 23 dic. (Adnkronos) - I presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, hanno firmato oggi l'atto di nomina del Garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità. Presidente è l’avvocato Maurizio Borgo, mentre il professor Francesco Vaia e il dottor Antonio Pelagatti ne sono i componenti. Con queste nomine -spiega un comunicato- che hanno decorrenza dal primo gennaio 2025, i presidenti delle Camere assicurano l'istituzione del Garante, come previsto dalla nuova legge.