Si tratta di fascicoli per cui il Dipartimento reati finanziari aveva chiesto l'archiviazione. A far scattare la procedura i rigetti da parte di un unico gip delle istanze della Procura. Dopo il rigetto si fissa l'udienza e il giudice dà comunicazione, tra gli altri, alla Procura Generale
La Procura Generale di Milano ha avocato ai pubblici ministeri del Dipartimento reati finanziari sette indagini. Il motivo dell’avocazione risiederebbe nel fatto che le indagini non sarebbero state svolte in modo adeguato. A far scattare la procedura i rigetti da parte di un unico gip, Andrea Salemme, di richieste di archiviazione. Dopo il rigetto si fissa l’udienza e il giudice dà comunicazione, tra gli altri, alla Procura Generale.
In sette casi, da aprile alla settimana scorsa, il pg Carmen Manfredda ha valutato che le indagini su reati di natura fiscale non fossero state svolte adeguatamente dai pm del primo dipartimento, coordinati da Francesco Greco, e ha incaricato la polizia giudiziaria di svolgerle. Le inchieste riguardano tasse non pagate per milioni di euro da parte di società poco note e nascevano per lo più da esposti presentate dall’ufficio ‘grandi contribuenti’ dell’Agenzia delle Entrate. In Procura si fa notare che si tratta di soli 7 casi su 6000 fascicoli all’anno a fronte di successi ottenuti nel recupero dei crediti evasi. Sempre dalla Procura, sottolineano che i criteri in base ai quali viene chiesta l’archiviazione sono giuridici e che talvolta gli accertamenti svolti dall’Agenzia delle Entrate si riferiscono a fatti risalenti nel tempo e, quindi, a rischio prescrizione. Dunque occorre fare una selezione per valutare quando sia il caso di indagare e quando no. La Procura Generale si è invece sostituita al pm ritenendo in alcuni casi troppo precipitose le archiviazioni chieste.