La II sezione della Corte d'Appello di Roma ha riformato la sentenza in secondo grado per il consulente finanziario che nel 2003 accusò decine di persone, tra cui diversi esponenti politici del centrosinistra, di aver ricevuto tangenti
Riduzione di pena in secondo grado, da 10 anni a 7 anni e 6 mesi di reclusione per Igor Marini, il consulente finanziario che nel 2003, nell’ambito della vicenda Telkom-Serbia, accusò decine di persone, tra cui diversi esponenti politici del centrosinistra, di aver ricevuto tangenti. Lo ha stabilito la II Sezione della Corte d’Appello di Roma. Marini, in particolare, aveva chiamato in causa Francesco Rutelli, Donatella Dini, Lamberto Dini, Walter Veltroni, Piero Fassino, Clemente Mastella e Romano Prodi, quest’ultimo, all’epoca dei fatti presidente del Consiglio.
Marini era accusato di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione di documentazione falsa e contraffatta e di diversi episodi di calunnia. I giudici della Corte di Appello hanno confermato la provvisionale, variante da 100 mila a 150 mila euro, che l’imputato dovrà versare a ciascuna delle parti lese. Confermata anche la condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione per il manager Maurizio De Simone, accusato di un episodio di calunnia. In primo grado erano stati prosciolti, per intervenuta prescrizione dei reati contestati, altri 9 imputati.
“Ancora una volta si conferma la gravissima calunnia contro politici onesti. In questo caso fu organizzata per fini di destabilizzazione politica. Il burattino, insomma, è stato trovato. Ma chi erano i burattinai?”. E’ quanto si legge in una nota dell’ufficio stampa di Francesco Rutelli a proposito della sentenza che ha confermato al condanna di Igor Marini nella vicenda Telekom Serbia.