L’editto bulgaro è durato quasi mezzo ergastolo. Dopo 14 anni Marco Paolini torna sul palcoscenico di Treviso, forse il più prestigioso della città, in piazza dei Signore, nel cuore della città, sotto la Torre Civica. E torna con il direttore d’orchestra e violoncellista Mario Brunello. Il titolo dello spettacolo è: “Scusate il ritardo”. Un ritardo certo non dovuto all’attore. Il lungo esilio leghista era stato di fatto deciso dallo “sceriffo” Giancarlo Gentilini, allora sindaco della città, dopo che Paolini, Brunello, assieme ad altri artisti, scesero in piazza dei Signori, si calarono i pantaloni e rimasero in mutande per protestare contro la decisione del Comune di affidare alla Fondazione Cassamarca la gestione.

In mutande suonarono l’Ave Verum di Mozart. Mai affronto fu più grande per lo “Sceriffo”. Paolini venne esiliato finché la città fu in mano leghista, gli artisti ribatteremo che sarebbero stati volentieri lontani dalla Treviso leghista. Un divorzio previsto. Ma ora con nuove elezioni, nuovo sindaco e nuova maggioranza in mano al centrosinistra, si suona una nuova musica sotto la Torre. Dopo vent’anni di verdi e tristi monologhi!

Paolini andrà in scena con “Scusate il ritardo”, che nessuno ha mai visto, nessuno sa che cosa tratterà: sarà una sorpresa, una specialità di cui l’attore è fra gli interpreti più bravi. Quella piazza dovrà diventare un prato, secondo Paolini, che ha rivolto un messaggio alla città: “Cara Treviso, noi porteremo un violoncello, un libro di Calzavara e una maglia della Tarvisium n. 19 come segno di riconoscimento, tu invece portati un fiore. Chi viene dovrà avere un fiore (meglio se di campo), ma anche mazzi di erba, panocie. E allora la piazza sarà un prato”.

La riconciliazione è stato impressa anche dal sindaco Giovanni Manildo. Il Comune, infatti, si accollerà le spese, Paolini e Brunello mettere ranno in scena il loro spettacolo gratuitamente e i cittadini assisteranno senza acquistare il biglietto. Solo un’offerta a discrezione, il cui ricavato andrà a un’associazione impegnata nella promozione del cinema nelle scuole.

In questi anni Paolini ha messo in scena grandi spettacoli, come “Il racconto del Vajont” e lui sarà a Treviso proprio pochi giorni prima dell’anniversario di quella tragedia del 9 ottobre 1963, che costò la vita a circa 1910 persone. Un numero approssimativo perché nessuno ha potuto contare i corpi delle vittime: il fango se le è portate via. Con il ritorno di Paolini a Treviso si gira pagina e ricomincia il racconto di un grande artista.

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