Alle 11.55 di questa mattina Silvio Berlusconi dichiara: “La tragedia di Lampedusa è troppo grande per poterci dedicare oggi alle vicende interne al nostro Gruppo parlamentare e al nostro Partito”. Otto ore dopo, alle 19.40, dimostra di aver cambiato idea e ai giornalisti dice: “Il Pdl è assolutamente unito, c’è solo qualche contrasto interno”. Sostenendo di non avere alcun dissenso con Angelino Alfano, incontrato stamattina. Non aveva detto, il Cavaliere, che la tragedia di Lampedusa era troppo grande per potersi dedicare ai suoi problemi giudiziari. E infatti è tornato all’attacco sulla decadenza: “Non posso entrare nel merito della decadenza quando siamo di fronte a una sentenza che è ben architettata per far fuori Silvio Berlusconi. Sono sicuro che otterrò sia la revisione del processo che l’annullamento della sentenza da parte della Corte europea”. Alle 9.30 di venerdì i 23 senatori della Giunta delle Elezioni e Immunità sono chiamati a votare il provvedimento che farebbe decadere il Cavaliere applicando la legge Severino alla luce della sentenza Mediaset. Alla vigilia della seduta l’ex premier ha incontrato il capogruppo al Senato Renato Schifani

Ecco come si svolgerà la seduta. Il presidente Dario Stefàno (Sel) prenderà la parola per sintetizzare la relazione e le richieste di Andrea Augello (Pdl) che sono state già respinte. Prenderà poi la parola il primo dei non eletti del Molise (il Cavaliere aveva scelto quel seggio, ndr) Ulisse Di Giacomo che sostiene la mancanza di requisiti morali del leader (dimezzato) del Pdl. Secondo Di Giacomo: “Un condannato a quattro anni per frode fiscale non può fare le leggi. Appellarsi alla Consulta non è possibile, solo un giudice può farlo. E infine, è sconcertante investire la Corte di Giustizia dell’Ue”.

Poi visto che l’ex premier ha già dichiarato che non parlerà in Giunta (che ha ricusato quasi in toto), la parola verrà data alla difesa. A questo punto i senatori si ritireranno in camera di consiglio ed emettere un verdetto che, in base alla legge Severino, sarà la perdita del seggio a Palazzo Madama. Decisione che è scontata anche perché il Pdl è in netta minoranza in Giunta. Già il prossimo 14 ottobre o il 15 l’Aula di Palazzo Madama potrebbe ratificare la decadenza e il 15 ottobre è anche il giorno in cui Berlusconi dovrà comunicare se sceglie l’affidamento ai servizi sociali oppure gli arresti domiciliari per scontare la pena conseguente alla sentenza della Cassazione nel processo Mediaset. Il 19 ottobre ci sarà un altro appuntamento importante per l’ex presidente del Consiglio: il 19 ottobre la corte d’Appello di Milano dovrà rideterminare la pena accessoria, ovvero l’interdizione ai pubblici uffici.

Se la Giunta riuscirà a procedere con la votazione Stefano (Sel) voterà sì alla decadenza, i vicepresidenti Stefania Pezzopane (Pd) sì e Giacomo Caliendo (PdL) no. Sono per la perdita del seggio anche i segretari Isabella De Monte (Pd) e Benedetto Della Vedova (Sc). Maria Elisabetta Alberti Casellati (Pdl), l’ex relatore Andrea Augello (Pdl), Nico D’Ascola (Pdl) e Mario Ferrara (Gal), Lucio Malana (PdL) e il dissidente Carlo Giovanardi (Pdl), Erika Stefani (Lega) voteranno no. E’ per la decadenza tutto il gruppo del M5S ovvero Maurizio Buccarella, Vito Crimi, Serenella Fucksia, Michele Giarrusso. Per la decadenza anche i democratici Felice Casson, Giuseppe Cucca,Rosanna Filippin, Doris Lo Moro, Claudio Moscardelli, Giorgio Pagliari. Il socialista Enrico Buemi, dato per incerto, fino a pochi giorni fa potrebbe invece votare contro la perdita dello scranno.

La seduta pubblica si terrà nella Sala Koch di Palazzo Madama e così come concordato saranno attivati tutti gli strumenti disponibili – radio e Internet – per consentire a tutti di seguire i lavori in tempo reale. 

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