I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria hanno eseguito nella sede dell’Istituto di credito Merrill Lynch Lpd a Milano un sequestro preventivo per un importo di oltre 15 milioni di euro. Il provvedimento è stato disposto dalla Procura di Verona nell’ambito di un’inchiesta su operazioni sui derivati per contratti stipulati dal Comune scaligero. Lo scorso febbraio le Fiamme Gialle avevano acquisito copia della documentazione relativa alla sottoscrizione di derivati Merril Lynch.
L’amministrazione comunale scaligera aveva presentato a gennaio una denuncia alla Procura in relazione proprio ai derivati Merril Lynch. La giunta guidata da Flavio Tosi sottolineava che i contratti furono firmati dall’amministrazione di centro-sinistra capeggiata dal sindaco Zanotto nell’aprile 2007, ad un mese dalle elezioni.
Nel corso delle indagini i finanzieri avrebbero scoperto che la banca d’affari avrebbe indotto il Comune di Verona a ritenere sussistenti le condizioni di convenienza economica di ristrutturazione del debito comunale e, dunque, a sottoscrivere operazioni in derivati per un importo nozionale superiore ai 256 milioni di euro. Le indagini avrebbero inoltre permesso di accertare che, con la sottoscrizione dei derivati, la banca d’affari avrebbe dolosamente omesso l’indicazione di commissioni occulte implicite per oltre 15 milioni di euro a danno del Comune di Verona. Il reato ipotizzato per gli indagati è truffa aggravata. Tre funzionari dell’istituto di credito internazionale sono indagati. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Giulia Labia e il decreto di sequestro preventivo porta la firma del gip Rita Caccamo. Per gli inquirenti i 15 milioni di euro corrispondono a “l’illecito profitto” realizzato dall’istituto di credito internazionale con l’operazione.
Nel gennaio del 2011 alcuni istituti internazionali si erano rivolti ai giudici inglesi per risolvere i contenziosi sui derivati con gli enti pubblici italiani (a Milano quattro banche sono state condannate). Molti enti infatti avevano scelto di non rimborsare le banche, impugnando contratti ritenuti fraudolenti, con clausole nascoste, alla luce anche dell’azione del Comune di Milano contro Ubs, Jp Morgan, Deutsche Bank e Depfa Bank. Che avevano raggiunto un accordo prima del verdetto. Così le grandi banche, tra cui Jp Morgan Chase, Ubs, Bofa Merril Lynch e Deutsche Bank avevano deciso di rivolgersi al tribunale della City, citando i comuni di Firenze, Pisa e Verona e le regioni Piemonte, Toscana e Lazio.