“Il 21 giugno sono uscita dal movimento e quello che è successo ieri è un film già visto, sono stata già massacrata dal Movimento 5 Stelle da allora. Uno stillicidio, non so se si può parlare di metodo Boffo. Fanno tabula rasa sul personale, ti accusano di essere uscita per denaro”. Sono le parole di Paola De Pin, la senatrice ex pentastellata e attualmente del Gruppo Misto, contestata duramente ieri in Senato. “Ho subito e sono stata zitta, non sono andata in nessuna trasmissione televisiva fino ad oggi” – accusa – “Il M5S ha tradito i principali punti del suo programma che aveva promesso agli Italiani. A fine marzo avevo proposto ai vertici, cioè a Grillo e a Casaleggio, di provare a discutere alcuni punti in comune con quelli del programma del Pd, anche quattro o cinque, come la legge elettorale, la Tav, il finanziamento ai giornali e ai partiti, il reddito di cittadinanza”. E aggiunge: “Grillo e Casaleggio mi hanno telefonato, anzi mi hanno fatto telefonare da persone vicine a loro, non parlamentari, per dirmi che non era possibile“. La senatrice racconta poi cosa è successo ieri in Aula: “Castaldi è venuto su da me in modo abbastanza concitato ed è stato fermato dai colleghi che erano lì vicino. L’hanno proprio bloccato. Io ho visto solo che ha ‘lanciato la mano’ e diceva ‘Vattene a casa’“. La De Pin riceve attestati di solidarietà dalla europarlamentare del Pdl, Licia Ronzulli, mentre Carlo Giovanardi sentenza: “La De Pin ha subito lo stesso ingiusto trattamento di Scilipoti“. La senatrice dissente e interviene Giorgio Stracquadanio: “Lei usa allora due pesi e due misure. Tolleranza per noi e non per gli altri?”