“Un messaggio a volte accorcia la vita”: parte la campagna ASAPS contro l’uso del cellulare e l’invio di sms mentre si guida. ‘La sbornia del terzo millennio’. Così definiscono il fenomeno all’Associazione sostenitori e amici della polizia stradale.
L’Asaps si rifà a uno studio del Cohen Children’s Medical Center di New York secondo cui “mandare un sms mentre si guida causa più incidenti che mettersi al volante dopo aver esagerato nel bere”.
Spiega Giordano Biserni, presidente dell’associazione: “In Italia non esistono dati scientifici che ricolleghino questa nuova modalità distrattiva all’incidentalità stradale mortale o grave” ma lo studio del Centro di New York “ha provato che mandare un sms mentre ci si trova al volante provoca ogni anno negli States la morte di oltre 3 mila ragazzi e il ferimento di oltre 300 mila, numeri inferiori rispetto alle vittime per guida in stato di ebbrezza (2.700) e ai feriti (282.000). Questo forse anche per l’alto numero di giovani che inviano sms mentre guidano, decisamente superiore rispetto a quelli che solitamente alzano il gomito”. Perché il cellulare è ormai costantemente nelle nostre mani.
Spiega ancora Biserni che “sempre secondo una ricerca americana – “Guida distratta: l’invio di SMS e l’uso del telefonino dovrebbero essere vietati?” – chi invia un SMS alla guida distoglie gli occhi dalla strada per circa 4,6 secondi e questo, a una velocità media di 50 km l’ora, significa percorrere la lunghezza di un campo da calcio a occhi bendati”. Un vero pericolo, tanto che nello stato di New York sono ormai state create le “Sms Zone”.
La campagna “Un messaggio a volte accorcia la vita”, con il patrocinio delle associazioni Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni (le stesse con le quali l’ASAPS ha raccolto le firme per l’Omicidio stradale), sarà presentata domani, 4 ottobre, a Forlì nell’ambito della “Settimana del Buon Vivere” in occasione del convegno “Usa e non Abusa. I corretti stili di vita come ponte verso la libertà dagli abusi”.
La nuova campagna di un’Asaps che ne ha ideate e condotte molte, come quella che chiedeva più controlli contro le stragi del sabato sera: “E’ meglio che torni a casa un figlio senza patente che una patente senza figlio”.