Mentre in Italia le banche riducono i finanziamenti a imprese e cittadini e pensano a vendere le proprie partecipazioni per far cassa con l’obiettivo di ripianare i debiti, in Francia gli strapagati manager degli istituti di credito si ingegnano per trovare modi nuovi per far soldi. Progetti innovativi attraverso cui portare a casa più utili senza svendere le attività industriali del Paese. Con questa ambizione, a Parigi, è nata PayLib, il sistema di pagamento online tutto francese che contrasta lo strapotere della statunitense PayPal.
Il logo PayLib è già visibile sui più importanti siti di e-commerci cisalpini e promette di conquistare ampi spazi grazie anche al fatto che, alle sue spalle, ci sono tre colossi come Bnp Paribas, Société générale e La Banque Postale, che si sono posti come obiettivo quello di strappare quote di mercato a PayPal, che solo in Francia è utilizzato da sette milioni di persone, prima che arrivino sul mercato anche altri portafogli elettronici sulla scia del crescente sviluppo dell’ecommerce (312 miliardi di vendite retail in Europa nel 2012).
Ma per quale ragione i clienti delle vetrine internet francesi dovrebbero mai passare da PayPal a PayLib? Semplice: innanzitutto basterà l’uso della propria carta bancaria con in più un codice segreto fornito dagli istituti di credito per l’autentificazione creando un sistema “protetto” all’interno del circuito bancario. E poi, aspetto ancora più interessante, per i commercianti PayLib sarà uno strumento più conveniente con una commissione che sarà inferiore al 3% imposto da PayPal.
Il nuovo progetto delle tre banche, che, assieme hanno 23 milioni di conti correnti e hanno riscontrato come un terzo delle spese venga effettuato online, sembra insomma avere le carte in regola per funzionare. E riportare così denari che oggi partono per gli Stati Uniti in Francia con beneficio delle banche alle prese con l’esigenza di far quadrare i conti senza comprimere l’economia nazionale.