L'ira del Cavaliere: "La democrazia di un Paese si misura dal rispetto dalle norme fondamentali poste a tutela di ogni cittadino. Violando i principi della Convenzione Europea e della Corte Costituzionale sulla imparzialità dell’organo decidente e sulla irretroattività delle norme penali oggi sono venuti meno i principi basilari di uno stato di diritto"
Dopo il voto favorevole della Giunta alla decadenza, Silvio Berlusconi passa all’attacco. “Quando si viola lo stato di diritto si colpisce al cuore la democrazia. La democrazia di un Paese si misura dal rispetto dalle norme fondamentali poste a tutela di ogni cittadino. Violando i principi della Convenzione Europea e della Corte Costituzionale sulla imparzialità dell’organo decidente e sulla irretroattività delle norme penali – dice il Cavaliere – oggi sono venuti meno i principi basilari di uno stato di diritto”. Il destino dell’ex presidente del Consiglio, condannato in via definitiva nel processo Mediaset, è stato deciso (ma sarà il Senato che dovrà dichiararlo decaduto) in base alla legge Severino. Norma votata da tutti i partiti quando al governo c’era Mario Monti.
Ma come un ritornello l’ex premier ripete le accuse contro la sinistra sostenendo che il verdetto della Giunta (che dovrà essere ratificato dall’Aula del Senato) sia una sorta di complotto per eliminarlo dalla scena politica che ha dominato negli ultimi 20 anni: “Questa indegna decisione è stata frutto non della corretta applicazione di una legge ma della precisa volontà di eliminare per via giudiziaria un avversario politico che non si è riusciti ad eliminare nelle urne attraverso i mezzi della democrazia”. Il partito fa quadrato e sia Renato Schifani che Renato Brunetta fanno sapere che è e resta lui il leader del Popolo della Libertà. E anche i ministri dissenti, come Lupi e Lorenzin, criticano la decisione della Giunta raggiunta con 15 voti a favore e 8 contrari.
Il leader del Pdl, uscito sconfitto da un scontro durissimo con le colombe del partito contrarie alla caduta del governo Letta, aveva puntato il dito contro il verdetto degli ermellini del 1° agosto scorso. “La sentenza Mediaset è una sentenza politica e indegna, architettata a tavolino per eliminare il leader del centrodestra. I fatti sono evidenti, non c’è nessuna prova e sono stati negati i diritti della difesa. Sono sicuro che avrò giustizia di fronte alla corte Ue. Abbiamo due strumenti. Sono assolutamente sicuro che otterrò la revisione del processo e l’annullamento della sentenza da parte della Corte Ue. Ho fatto poi ricorso alla Corte Ue perché sia invalidata la decisione della Giunta di venerdì. Non possiamo considerare questi giudici imparziali e obiettivi”.
Nei prossimi giorni il presidente della Giunta per le Elezioni, Dario Stefàno, presenterà la relazione sul voto. Poi fra dieci sarà Palazzo Madama a votare in maniera definitiva la decadenza del Cavaliere oppure no. Il popolo della libertà, tramite Schifani, chiede il voto segreto e intanto il presidente del Senato Piero Grasso fa sapere che sul post pubblicato da Vito Crimi (M5S) su Facebook ci sarà una istruttoria.