Il governo italiano fa bene a chiedere aiuto all’Europa nell’affrontare il problema dell’immigrazione clandestina. Ma deve anche rivedere le politiche dell’immigrazione che abbiamo adottato per nostra autonoma iniziativa, quelle targate Bossi-Fini. Sono basate sull’ipocrisia che sia possibile trovare un lavoro e regolarizzare gli immigrati quando sono ancora nel paese di origine. Come se avessimo centri dell’impiego che funzionano nell’Africa sub-sahariana, quando non riusciamo a far funzionare neanche quelli di molte regioni italiane.
Questa ipocrisia impone agli immigrati di arrivare illegalmente da noi, con mezzi di fortuna e ricorrendo a scafisti senza scrupoli. Bisognerebbe invece permettere un numero di ingressi realistico, che tenga conto delle esigenze non solo delle imprese ma anche delle famiglie italiane, e permettere alle persone che vogliono lavorare in Italia di arrivare da noi con visti temporanei, finalizzati alla ricerca di un posto di lavoro.
Nota: in allegato, il file excel con tutte le cifre (e i filtri) in dettaglio.
Fonte: lavoce.info
Bio dell’autore – Tito Boeri
Ph.D. in Economia alla New York University, per 10 anni è stato senior economist all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, poi consulente del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, della Commissione Europea e dell’Ufficio Internazionale del Lavoro. Oggi è professore ordinario all’Economia Bocconi, dove è anche prorettore alla Ricerca. E’ Direttore della Fondazione Rodolfo Debenedetti, responsabile scientifico del festival dell’economia di Trento e collabora con La Repubblica. I suoi saggi e articoli possono essere letti su www.igier.uni-bocconi.it.
Segui @Tboeri su Twitter