"L’esposizione universale poteva essere l’occasione per un rilancio del nostro centro di produzione" sostiene Corbella (Cgil). “Non vorremmo pensare che le logiche siano ancora quelle antiche, della lottizzazione e delle cordate politiche" dice Gibillini (Sel). La tv pubblica ha firmato un accordo da 5 milioni con la società di gestione dell'esposizione
Che Expo sarà un evento del Paese intero è stato promesso in tutte le salse. Ma ai lavoratori della sede Rai di Milano non va giù che a seguirlo sarà una struttura televisiva con base a Roma. “L’esposizione universale poteva essere l’occasione per un rilancio del nostro centro di produzione – sostiene Andrea Corbella, rappresentante sindacale della Cgil -. E invece niente, gli uffici milanesi sono sempre più marginalizzati”. Perché il progetto pensato per Expo avrà la testa in viale Mazzini. “Con tanto di dirigenti, autori e registi”, accusa il consigliere comunale di Sel Luca Gibillini, che ha sollevato il caso.
“Perché la sede a Roma?”, si chiede Gibillini, sorpreso per una scelta che definisce contraddittoria: “Expo sarà a Milano, coinvolge investimenti pubblici e privati sostanziali di Milano. Intanto la sede Rai di Milano, che secondo le dichiarazioni degli ultimi anni avrebbe dovuto essere rilanciata da Expo, versa in uno stato di profonda difficoltà a causa dei pochi investimenti tecnologici e formativi e per l’apparente mancanza di un qualsiasi progetto credibile di sviluppo”. Sotto accusa sono dunque le scelte dalla Rai, che a fine luglio ha firmato un accordo da 5 milioni di euro con la società di gestione dell’esposizione Expo spa per la creazione di una multipiattaforma con contenuti da diffondere attraverso tv, radio e Internet. Da qui al 2015 Rai Expo dovrà seguire la preparazione dell’evento con approfondimenti, minifiction, giochi e persino applicazioni per smartphone.
“Non vorremmo pensare – continua Gibillini – che le logiche che spingono la Rai a scegliere Roma siano ancora quelle antiche, della lottizzazione e delle cordate politiche”. Per il consigliere di Sel è necessario che la sede di Rai Expo sia spostata a Milano “non solo per ragioni legate all’occupazione, ma per essere dove accade Expo, per il bisogno della Rai e della città di rilanciare la sede di Milano”. Un rilancio annunciato più volte. A parole, come quando la Lega ha promesso “spostiamo Rai due a Milano”, ma poi a essere spostati sono stati solo qualche dirigente e qualche scrivania. E un rilancio annunciato con progetti quasi subito dimenticati, come quello di costruire un nuovo centro di produzione dopo il 2015 proprio nell’area Expo.
“La sede di Milano deve riprendere capacità di tipo ideativo e produttivo – aggiunge Corbella -. La Rai si deve rifondare partendo dai territori. E deve essere in grado di seguire Expo, facendo un racconto sul territorio”. Per il momento ai lavoratori è stato spiegato dai vertici dell’azienda che la struttura romana servirà a creare finestre su tutti i palinsesti nazionali e relazioni con tutte le sedi regionali. E che in un secondo momento verrà formata una struttura anche a Milano. Intanto la polemica arriva in Regione, dove verrà discussa una mozione presentata dai consiglieri della lista Maroni presidente Marco Tizzoni e Stefano Bruno Galli, che chiedono alla giunta di attivarsi per portare Rai Expo a Milano: “La vicinanza della sede Rai all’evento – sostengono – comporterebbe anche un minor dispendio di energie e un risparmio in termini economici”.
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